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6 luglio
Oggi, ma nel 1958, a Gueux, nel circuito di Reims, al termine della 44ª edizione del Gran Premio di Francia di Formula uno, Jean Manuel Fangio, asso argentino di origine abruzzese, di 47 anni, scendeva dalla Maserati 250 F, iscritta come vettura privata, e annunciava il ritiro dalle competizioni.
Nella gara, il vincitore, il britannico Mike Hawthorn, prima di tagliare il traguardo, su Ferrari 246 F1 ufficiale, invece di sorpassare, doppiando, il cinque volte campione mondiale, frenava, in segno di rispetto, consentendo a “El Chueco”, di portare a termine la competizione percorrendo tutti i 50 giri previsti. Fangio non era più in grado di battagliare come nei bei tempi andati, non tanto per l’età, ma per la scarsa potenza e la pessima messa a punto della vettura col tridente. Team che, non a caso, abbandonerà il Circus.
Con il padre Loreto, di Castiglione Messer Marino, e la madre Erminia D’Eramo, di Tornareccio, entrambi piccoli centri del chietino, Fangio (nella foto, particolare) aveva disputato 52 Gp. Dei quali ne aveva vinti 24 ed era salito sul podio 35 volte. I titoli iridati incassati risalivano al: 1951, 1954, 1955, 1956 e 1957. Era stato al volante, oltre che della già menzionata Maserati, dell’Alfa Romeo, della BRM, della Mercedes, della Ferrari. Tra gli incidenti più spettacolari nella sua sfolgorante carriera, c’era stato quello occorsogli a Pescara, durante le prove in vista della Coppa Acerbo 1950, il 14 agosto, su Alfa Romeo 158. Ma poi, il giorno successivo, Ferragosto, si era rifatto primeggiando.