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6 ottobre

Oggi, ma nel 2012, in tutta Italia, divampava la polemica sulla vera o presunta attribuzione al musicista barocco Stefano Landi, vissuto tra il 1587 ed il 1639, del brano “Passacaglia della vita”, a 24 ore dall’uscita del singolo intitolato appunto “Passacaglia”, di Franco Battiato (nella foto, particolare, la copertina del disco), che anticipava l’album “Apriti sesamo”, che sarà pubblicato, il 23 ottobre successivo, dall’etichetta discografica Universal.

Il maestro di Milo aveva riadattato, insieme al filosofo Manlio Sgalambro, il testo della traccia classica considerandola di Landi e come tale la presentava nelle interviste di promozione del 45 giri. Verosimilmente, per gli addetti ai lavori, l’opera in questione sarebbe stata associata al compositore romano inserito tra i principali virtuosi del melodramma del primo seicento, a causa di un errore. In realtà il pezzo, di autore anonimo, era comparso nella raccolta “Landi: Homo fugit velut umbra”, quale omaggio tributato dal complesso “L’Arpeggiata”, di Cristina Pluhar, nel 2002, per Chandos Records.

“Passacaglia della vita” era apparso nel 1657, quale lavoro di artista ignoto, nella raccolta intitolata “Canzonette spirituali e morali che si cantano nell’oratorio di Chiavenna”, stampata a Milano, da Carlo Francesco Rolla. Il termine “Passacaglia”, dallo spagnolo “passare la strada”, indicava la formula musicale, proprio di origine iberica, basata sulla variazione continua del basso. E, proprio nel periodo barocco apparteneva al genere colto, solo successivamente era divenuta danza popolare.