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7 MARZO

Oggi, ma nel 1991, a Brindisi, attraccavano in porto le vecchie navi mercantili Tirana, Lirija, Legend, provenienti dall’Albania, cariche di 6.500 profughi. Le autorità italiane le avevano fermate al largo, il giorno prima, 6 marzo, spaventate dal loro arrivo, ma poi i militari della Capitaneria di porto le avevano lasciate passare: non sarebbe stato possibile bloccare in mare, a lungo, un numero tale di persone che fuggivano dalla loro nazione in rivolta. In 24 ore arriveranno 25mila albanesi, scappati da una condizione d’invivibilità a causa della povertà crescente e dell’elevato livello di criminalità.

Una situazione che si era progressivamente inasprita per via del collasso delle istituzioni e del crollo politico conseguente all’abbattimento del muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre 1989, storico fenomeno che aveva accelerato il dissolvimento delle realtà balcaniche gravitanti intorno all'ex Urss. I migranti si lasciavano alle spalle la dittatura post-comunista di Ramiz Alia, che benché formalmente presidente della Repubblica popolare socialista d’Albania, di fatto aveva ereditato il posto del satrapo Enver Hoxha, attratti dal roseo scenario che avevano intravisto attraverso la televisione italiana che trasmetteva, via parabola satellitare, anche nell’ormai ex glorioso Paese delle aquile.

I disperati, giunti a bordo delle cosiddette carrette del mare, -sulla Lirija i fuggiaschi avevano scritto a caratteri cubitali “Viva Italia” (nella foto, particolare)- verranno aiutati dalla popolazione locale, che si sobbarcherà un’operazione di sostegno umanitario senza precedenti per quella fetta di meridione del Belpaese già afflitta da problemi cronici come disoccupazione, arretratezza e malvivenza. Poi, dopo un’iniziale fase di sbandamento istituzionale dovuta alla novità del fenomeno migratorio, subentrerà anche il soccorso necessario da parte del governo nazionale, il IV guidato dal democristiano Giulio Andreotti. Gli sbarchi proseguiranno e il più tristemente noto alla ribalta mediatica sarà quello che avverrà a Bari, l’8 agosto successivo, da parte della nave Vlora. Tra i 20mila stipati a bordo c’era anche il ballerino Kledi Kadiù, classe 1974, di Tirana, che diverrà uno degli uomini simbolo del viaggio della speranza e della rinascita degli albanesi giunti in Italia. Si farà largo, con la sua danza, anche nelle trasmissioni televisive Buona Domenica, C’è posta per te, Amici di Maria de Filippi.