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8 aprile
Oggi, ma nel 1341, a Roma, in Campidoglio, il senatore Orso dell'Anguillara incoronava ufficialmente come poeta Francesco Petrarca, ritenuto il precursore dell'umanesimo nazionale.
La fama dell'aretino, classe 1304, quale uomo eccezionalmente colto, aveva preso a girare grazie all'influenza politica della famiglia Colonna negli ambienti ecclesiastici e negli enti a essi collegati, tra i quali l'università parigina della Sorbona, soprattutto per il tramite del cardinale Giovanni Colonna. Padre Dionigi da Borgo Sansepolcro, invece, aveva provveduto a far conoscere la grandezza di fine letterato di Petrarca alla corte di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Lo stesso Petrarca poi aveva brigato per ottenere un pubblico riconoscimento per il suo impegno poetico. L'1 settembre del 1340 la Sorbona aveva proposto a Petrarca l'incoronazione poetica, nella capitale francese. Ma nello stesso giorno anche il Senato romano aveva ribattuto offrendo altrettanta possibilità. E Petrarca aveva accettato la seconda possibilità. Era seguito l'incontro col sovrano partenopeo.
Petrarca era partito per Napoli, il 16 febbraio 1341, accompagnato da Azzo da Corregio, per ottenere l'approvazione del colto monarca angioino. Quest'ultimo, dopo averlo esaminato per tre giorni, avendone appurato l'alto livello culturale nonché la grande preparazione, aveva acconsentito alla cerimonia capitolina. Petrarca aveva preparato il suo discorso, la Collatio laureationis e, col capo cinto da una ghirlanda d'alloro (nella foto, particolare di una raffigurazione ottocentesca dell'avvenimento tratta dalla figura numero 8 contenuta in "Petrarca nel tempo. Tradizione lettori e immagini delle opere", catalogo della mostra che si terrà ad Arezzo, nella Sottochiesa di San Francesco, dal 22 novembre 2003 al 27 gennaio 2004, a cura di Michele Feo, edito da Bandecchi & Vivaldi, di Pontedera, nel 2003), che diverrà un simbolo universalmente noto, riceveva il Privilegium lauree domini Francisci Petrarche. Che gli conferiva anche l'autorità per insegnare e la cittadinanza romana.
Quella di Petrarca non risultava, dal punto di vista storico, la prima occasione di conferimento della laurea poetica ad un dotto. Una manifestazione analoga, benché molto più modesta e senza presunzione di ricollegarsi ai fasti dell'antica Urbe, si era già tenuta nel 1315. Era stata organizzata per il preumanista padovano Albertino Mussato, del 1261. Petrarca, invece, nella sua uscita pubblica nella Città eterna intendeva ricollegarsi idealmente alla cerimonia, presumibilmente avvenuta dodici secoli prima, in onore di Publio Papinio Stazio, reputato il principale esponente della poesia epica dell'età flavia. E con quella sua elevazione soleva riaffermare la propria diretta continuità con la lontana tradizione romana e quindi il proprio status di autentico erede della poesia classica, del tutto estraneo alle contemporanee esercitazioni di scuola. Al termine dell'incoronazione Petrarca andava a deporre la sua corona d'alloro, che da allora in poi lo connoterà della qualifica di poeta laureato, sull'altare della basilica di San Pietro.