9 Agosto
Oggi, ma nel 1914, a Ravina, frazione di Trento, nella omonima provincia, in via della Croce, alle pendici del monte Bondone, veniva uccisa, con un colpo di fucile, Leopolda Perini, detta Poldina, di 18 anni, che era di ritorno dal centro cittadino dove era andata a vendere il latte munto dalle mucche della sua famiglia. Nel luogo dell'omicidio, che rimarrà un giallo senza un colpevole assicurato alla giustizia, all'altezza del civico 50, il fatto di sangue verrà ricordato dalla lapide (nella foto, particolare) apposta dall'amministrazione municipale, vicino alla croce in pietra bianca, per impedire che la triste vicenda finisse nel dimenticatoio. L'assassinio rientrava in un periodo, a ridosso della grande guerra, dove anche nella vita civile il confine tra la vita e la morte era molto labile. E spesso chi si trovasse a premere il grilletto riusciva a farla franca, anche con la copertura dei residenti della zona propensi alla massima omertà, pur di non avere a che fare con i rappresentanti della legge, avvertiti sempre con un atteggiamento di sospetto. La vittima era la figlia maggiore di Domenico Perini, i cui antenati si erano trasferiti da Covelo, frazione di Vallelaghi, sempre in quel di Trento, a Ravina per coltivare, a mezzadria, la campagna del conte di Terlago, Lamberto Cesarini Sforza, letterato che, nel 1920, diverrà direttore della biblioteca comunale di Trento. Nell'ultimo giorno di vita, come tutte le mattine, alle 5.30, la ragazza aveva lasciato il suo maso e si era incamminata con il recipiente del latte in testa verso Trento. Durante la strada aveva raggiunto altre tre ragazze e con loro aveva oltrepassato il ponte di San Lorenzo, dove le quattro si erano divise per recarsi in una casa di Piedicastello. Poldina aveva detto alle altre tre che, terminato il suo servizio, si sarebbe recata a salutare il cugino, che proprio all'inizio di quel mese di agosto era stato richiamato alle armi dall'Austria, al quale avrebbe dovuto portare dei soldi, inclusi quelli ricavati dalla vendita del latte, secondo accordi presi in famiglia. E di fatto la ragazza era stata avvistata alla stazione ferroviaria di Trento, proprio in compagnia di un soldato in divisa. Verso le 11, ad una ventina di minuti di distanza da Ravina, la ragazza, che stava facendo ritorno a casa, aveva incontrato due suoi compaesani, Antonio Tenuti e Luigi Paris. I due, dopo averla salutata e avendola vista procedere con passo svelto, avevano udito un colpo d’arma da fuoco. Ma in quel frangente non ci avevano fatto caso. Avevano supposto si trattasse di qualche contadino della zona che avesse esploso una fucilata contro qualche uccelletto, abitudine assai frequente, soprattutto tra le famiglie con molte bocche da sfamare. Ma improvvisamente avevano scorto Poldina, insanguinata, che invocava aiuto. E che, accasciatasi a terra mentre si teneva il petto con le mani, aveva esalato l'ultimo respiro. La tesi più accredita -stando alla ricostruzione realizzata da Adriana Mazzola su Erre, il trimestrale di informazione di Ravina e Romagnano di Trento, pubblicato dall'associazione culturale Erre, fondato nel 1989, nel numero 1 di marzo 2020, alle pagine 26 e 27- per la soppressione della ragazza sarà quella di un fidanzato lasciato, che, dopo il fatto di sangue, fuggirà in America per non rischiare di finire in prigione.
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