Chi ce lo offre un caffè?
Al bar in tre, io e due amici, si discuteva scherzosamente su chi dovesse pagare il conto e se fosse giusto che a farlo fosse quasi sempre l’uomo. Fino all’ovvia, ritrita, conclusione: «Avete voluto la parità? E allora...» In realtà, la domanda è malposta: perché noi, invece, «avremmo voluto la parità».
Avremmo voluto, noi donne, che quando rientriamo a casa insieme a voi dopo la medesima giornata di lavoro, non ci chiedeste con gli occhi da cucciolo affamato “Ma che si mangia?”, come se l’incombenza di mettere qualcosa in tavola fosse di nostra esclusiva competenza.
Avremmo voluto che la mattina, mentre ci prepariamo in fretta con mille cose tra le mani che sembriamo la dea Kalì, non ci chiedeste, in sequenza, “Dove sono i calzini”, “Dove hai messo la camicia con i rombetti blu”: se il bucato l’aveste fatto voi, sapreste benissimo dove si nascondono.
Avremmo voluto che quelle volte che per puro divertimento prendete possesso dei fornelli con degli svolazzi che nemmeno Niko Romito, non lasciaste la cucina come dopo il passaggio di un tornado, perché tanto ci siamo noi a rimettere tutto in ordine.
Avremmo voluto, noi donne che come le nostre mamme laviamo, stiriamo, pensiamo ai figli e chissà che altro, che almeno voi, come i vostri padri, foste in grado, che so, di aggiustare la lavatrice, di cambiare le gomme dell’auto, di riparare la perdita al rubinetto. Invece niente.
Avremmo voluto, soprattutto, che dopo un brillante percorso scolastico in cui in media ci laureiamo prima e ci laureiamo meglio di voi, le nostre capacità fossero riconosciute e premiate anche sul lavoro.
Avremmo voluto che non ci fosse bisogno di quote rosa per riuscire a emergere in un mondo fatto a misura di maschio; che l’elezione di una donna alla presidenza della Corte Costituzionale non fosse una notizia talmente straordinaria da rimbalzare su tutti i media nazionali.
Avremmo voluto, insomma, misurarci con voi alla pari.
E allora? Aspettiamo pazientemente. Aspettiamo che il lavoro domestico non gravi più all’80% sulle spalle delle donne (ultimo rapporto Istat), che gli stipendi siano equiparati tra uomo e donna, che l’accesso alla carriera sia uguale tra i generi: poi ne riparliamo.
Per il momento, cosa volete che sia un piccolo caffè?
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