Due anni dopo: le foto, le macerie, la speranza

31 Marzo 2011

L'Aquila due anni dopo. Una storia che riparte dalle macerie, quelle

materiali e quelle del cuore. Le foto di Valerio Simeone documentano

sul nostro sito internet una città in bilico fra immobilismo e voglia di

ripartire. Nei volti delle persone c'è fierezza, dignità, persino gioia

quando il volto è quello di una bambina venuta alla luce in quei giorni

terribili e che sta crescendo nella speranza che gli adulti restituiscano

in tempi brevi a lei e agli altri suoi coetanei la città e i borghi, più belli

di prima. Eppure le immagini spesso sono uguali, due anni fa e oggi.

Quasi tutto quello che il sei aprile del 2009 è crollato non è stato

ricostruito. Le persone sono disperse in quegli enormi dormitori che

sono i progetti C.a.s.e., altre cercano di ricomporre la comunità nei

piccoli spazi dei map, le casette di legno strette una all'altra come a

sostenersi. Ci sono paesi come San Gregorio, Tempera e Castelnuovo i

cui ex residenti non sanno ancora se potranno tornare nello stesso

luogo di prima. Il centro storico dell'Aquila è sempre vuoto e triste con

i suoi edifici feriti e i suoi monumenti sventrati. Eppure negli occhi

degli aquilani forza e fierezza non sono mai mancati. La richiesta è

sempre più insistente, il grido sempre più alto: fateci tornare nelle nostre

case.
Al prossimo anno. Con la speranza che al posto di crolli e macerie si

possa documentare l'avvio della ricostruzione. Quella vera. Quella che

tutti vogliono. Resterà il grande vuoto per chi non c'è più. Quello

nessuno lo potrà riempire.