Accoltella il compagno e chiede aiuto: arrestata
Nell’aggressione, forse a scopo di difesa, recisa un’arteria dell’uomo il ferito ricoverato nell’ospedale Renzetti in prognosi riservata
LANCIANO. Accoltella il compagno al culmine di una lite e poi chiama i soccorsi. M.E., cittadina romena di 37 anni, è stata arrestata la scorsa notte dai carabinieri della compagnia di Lanciano. Il convivente, N.D.C., 42 anni, originario di Ortona, è ricoverato in ospedale in prognosi riservata. La Procura non ha ancora definito il capo d’accusa per la donna, che potrebbe essere di lesioni aggravate o tentato omicidio. Le indagini sono in corso.
La lite tra i due conviventi è scoppiata sabato sera, intorno alle 23,30, in via Santa Maria Maggiore, nel centro storico. I due fidanzati hanno iniziato a discutere animatamente in casa. Dalle parole, però, sono passati presto alle mani. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, coordinati dal capitano Massimo Capobianco, tra i due è nata una colluttazione. Sembra che non fosse la prima volta. La donna, allora, ha afferrato un coltello da cucina, del tipo a punta e seghettato, utilizzato in genere per tagliare la carne. L’intenzione, probabilmente, era quella di ferire il proprio compagno per sottrarsi alla zuffa e non di ucciderlo.
Affondando la lama, però, l’ha conficcata nell’orecchio dell’uomo, recidendo un’arteria secondaria. A quel punto il sangue ha iniziato ad uscire a zampilli. È stata la stessa donna, pentita, a chiamare i soccorsi: resasi conto delle gravi condizioni in cui versava il suo compagno, dopo aver provato invano a soccorrerlo, ha avvertito i carabinieri. Lo stesso hanno fatto i vicini di casa della coppia, allarmati dalle grida che provenivano dalla casa.
Il compagno è stato immediatamente soccorso e trasportato con l’ambulanza del 118 nell’ospedale di Lanciano. Ha rischiato il dissanguamento. Le sue condizioni sono gravi. Tutt’ora, infatti, è ricoverato al Renzetti. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
La convivente è stata arrestata e trasferita nella casa circondariale di Chieti, a disposizione dell’autorità giudiziaria. In base allo sviluppo delle indagini e ai referti medici, la Procura definirà per M.E. il capo di accusa, che va dalle lesioni personali aggravate all’ipotesi del tentato omicidio.
Stefania Sorge
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