Addio all’ultima superstite di Sant’Agata
Nicoletta Di Luzio, 98 anni, abitava a Ostia. Il 21 gennaio del ’44 scampò all’eccidio dei 40 sfollati di Torricella Peligna
TORRICELLA PELIGNA. L'altra notte a Roma è morta Nicoletta Di Luzio, l'ultima superstite della strage nazista di Sant’Agata di Gessopalena. Aveva 98 anni. La mattina del 21 gennaio 1944 una quarantina di sfollati di Torricella Peligna furono svegliati dalle urla di una pattuglia tedesca e rinchiusi in una masseria, e lì massacrati con bombe a mano. Nicoletta perse la mamma e il fratellino Leonardo, mitragliato da un soldato mentre correva per riunirsi alla sorella salvatasi dalle bombe insieme all'altro fratellino Antonio. Nicoletta fu raggiunta da un proiettile che la trapassò da una spalla all'altra, e svenne. Un tedesco le accostò la fiamma di un accendino sul collo per accertarsi della sua morte. Gli altri corpi furono ricoperti di paglia e benzina, incendiati e lasciati così. Poche ore dopo, lei e Antonio si diressero verso Gessopalena seminudi, bruciacchiati, in preda a crisi convulsive, aiutati da un paio di contadini della zona, visitati dal medico del paese e poi spediti dagli inglesi all'ospedale di Vasto, dove un militare britannico raccolse la sua testimonianza.
Nicoletta ha impiegato alcuni decenni per raccontare questa storia. Lo fece una prima volta in un lungo racconto pubblicato dal periodico locale Pro Locis, e successivamente al giornalista Rai Fabrizio Franceschelli che la riprese di spalle: intervista mai andata in onda per volontà di Nicoletta, che si è sempre sottratta alle comparsate televisive. Dopo la guerra sposò un giovane di Torricella, Guido Teti, con cui si stabilì a Ostia, dove ha vissuto fino all'altra notte custodita dai figli Maria, Gemma e Antonio, e dal nipotino Federico. Dopo la scomparsa di Guido, una trentina di anni fa, non è più tornata a Torricella. Diceva che avrebbe voluto rivedere Sant’Agata, così come faceva col marito tutte le estati, ma non ci’è più riuscita. Una quindicina di anni fa è però riuscita a scrivere di suo pugno un memoriale di quell'avvenimento, mai pubblicato per sua volontà. Un paio di pagine vergate con una grafia limpida, in cui ripassa quella mattina di sangue e di terrore. Il ricordo del fratellino Leonardo e delle sue ultime grida l'ha sempre tormentata. Nel manoscritto si pone una domanda finale: "Dov'era Dio quel giorno?". A metà febbraio del 1944 gli inglesi organizzarono un gruppo di giovani gessani che si recarono a Sant’Agata per dare una veloce sepoltura ai corpi delle vittime, straziati dalle bombe e dagli animali selvatici che ne fecero scempio. Una ventina di anni dopo il Comune di Torricella si decise a dare una degna sepoltura ai suoi cittadini di Sant’Agata con una cerimonia funebre ufficiale e affollata di gente e autorità. Il funerale di Nicoletta si svolgerà oggi alle ore 14 a Ostia, nella chiesa Stella Maris.