Aiuti chiesti alla Caritas da 1.200 famiglie
Il direttore Cuonzo: situazione critica, il numero è più che raddoppiato Ci sono persone che vivono senza luce e gas, altre restano insieme per necessità
LANCIANO. Mai così tante. Sono 1.200 le famiglie della diocesi di Lanciano- Ortona che nell’ultimo anno si sono rivolte alla Caritas per avere un aiuto. Volti e cuori segnati dalla crisi economica che diventa sempre più crisi dei valori e dell’uomo. Un numero esorbitante, quadruplicato in tre anni. Dai 309 nuclei assistiti nel 2009 - come evidenziato dal rapporto sulla povertà della Caritas - anno dell’inizio della crisi economica, si è passati a 341 famiglie nel 2010, alle 650 nel 2011 fino alle 1200 di oggi. Di queste 800 sono di Lanciano e sono per lo più famiglie italiane.
«La situazione è critica», afferma il direttore della Caritas diocesana, Luigi Cuonzo, «il numero delle famiglie assistite è più che raddoppiato negli ultimi due anni. Sono aumentati i nuclei familiari con bimbi tra 6 e 10 anni e gli anziani che vivono, o meglio, cercano di sopravvivere, con la pensione sociale. Ma la fascia di età che bussa maggiormente alla nostra porta è quella tra i 40-50 anni: e questo fa paura». Perché? Perché è quella fascia di persone che dovrebbe essere al lavoro e che invece è fuori dal mercato, facendo venir meno il loro contributo a famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, non riescono proprio a vivere.
«La Caritas è un organismo pastorale che svolge una funzione pedagogica», dice Cuonzo, «ma sempre più ci troviamo a dover dare aiuti materiali: pacchi di alimenti, ma soprattutto contributi per bollette e affitti da pagare. Ci sono famiglie che vivono senza luce e gas: si scaldano con le stufe a legna e illuminano le notti con le luci delle candele. Altre che distrutte dalla crisi restano insieme per necessità».
Cambia il tessuto sociale perché sta cambiando la famiglia, fa notare il direttore Caritas: «Si torna alla famiglia patriarcale: vivono assieme tre generazioni per necessità, per condividere quel poco che si ha. Poi cresce il numero dei matrimoni distrutti dalla crisi che mina il rapporto di coppia, ma ci si separa in casa per dividere le spese. E poi c’è la crisi dell’uomo, fatta di solitudine, di mancanza di sogni e idee. C’è l’uomo che si scopre fragile e non sa gestire la sua fragilità. Abituati ad avere tutto, ci si lascia andare: invece la crisi dovrebbe stimolare la creatività. Il nostro primo impegno, infatti è quello dell’ascolto per riuscire ad accompagnare la famiglia alla rinascita, farla uscire dal disagio. Questo perché sappiamo che dietro le richieste di cibo ci sono i volti di grandi e piccini che vivono una situazione di sofferenza».
Vedere i propri genitori andare alla Caritas (aperta il lunedì e venerdì dalle 9,30 alle 12 e il martedì dalle 16 alle 18) per gli adolescenti è motivo di vergogna e depressione che si ripercuotono, come fa notare Cuonzo, anche sul rendimento scolastico che peggiora. «Bisogna reagire recuperando i valori e stimolando la creatività», conclude il direttore della Caritas, «anche se non sarà facile».
Teresa Di Rocco
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