Alberi secchi, verifiche nella riserva al via 

Marina di Vasto, primo sopralluogo di carabinieri forestali e tecnici comunali per la strage di lecci

VASTO . Sulla strage di alberi nella riserva naturale Marina di Vasto scattano gli accertamenti dei carabinieri forestali. Tecnici comunali e guardie ambientali hanno effettuato un sopralluogo congiunto lungo la pista ciclabile che costeggia l’area protetta per verificare le cause del disseccamento di 46 lecci messi a dimora nei mesi scorsi e cercare di risalire ai responsabili del taglio di altri tre alberi recisi di netto. A chiedere l’intervento dei carabinieri forestali è stato il Comune. «Non conosco ancora l’esito del sopralluogo, ma per quanto riguarda un gruppo di lecci secchi avevamo già individuato la causa», spiega l’assessore Gabriele Barisano, «si tratta di quelli messi a dimora più a sud, le cui radici sono andate probabilmente incontro ad asfissia per la presenza di ristagno d’acqua nel terreno. Per gli altri alberi abbiamo invece il sospetto che sia stata la mano dell’uomo. Infatti in questi mesi ho ricevuto diverse telefonate di protesta da chi abita in quella zona e che si lamentava per la presenza dei lecci a loro dire troppo alti. Gli alberi secchi verranno sostituiti».
Per quelli recisi di netto, che erano sani e rigogliosi, non ci sono dubbi: sono stati tagliati. Resta da capire da chi e perché. E non sarà facile. La riserva Marina di Vasto presenta tratti fortemente antropizzati a causa della presenza di strutture alberghiere, residence e stabilimenti balneari. In quell’area, che dovrebbe essere sottoposta a particolare tutela per la presenza di habitat naturali protetti, il patrimonio arboreo si è drasticamente ridotto dopo l’abbattimento di circa 75 pioppi, sul presupposto che le condizioni non garantivano la sicurezza dei frequentatori della pista ciclabile. Il Comune ha cercato di sopperire al taglio degli alberi con la messa a dimora di circa 80 lecci adulti, alti due metri, lungo la ciclabile che collega Vasto con San Salvo. Una operazione a costo zero in quanto frutto di un accordo con una società. Nel giro di pochi mesi però oltre il 50% degli alberi messi a dimora a marzo si è seccato.
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