Alla Maielletta 25 aprile sugli sci: impianti aperti per il weekend
Dopo la stagione anomala iniziata in ritardo, i gestori delle piste si preparano a sfruttare il ponte Neve caduta fino a martedì, Lagatta: «Ce la mettiamo tutta per ripartire, ora dipende dal meteo»
PRETORO. Un 25 aprile sulla neve, per una inedita stagione sciistica prima chiusa e poi riaperta, inaspettatamente, tempo permettendo. L’annuncio è arrivato sui social a sorpresa dello staff di Majelletta We, la società che gestisce le piste più alte del bacino sciistico a Mammarosa, che ha deciso di riaprire la stagione appena chiusa per mancanza di neve.
La comunicazione è apparsa ieri, ma è molto condizionato alle temperature dei prossimi giorni: «Verificate le condizioni neve», si legge, «sperando in un calo di temperature, ci stiamo adoperando per una riapertura straordinaria da sabato a martedì 25 aprile. Sperando di riuscire a garantire la sciabilità in sicurezza per tutto il ponte delle festività». La stagione invernale ha visto di tutto: dalla mancanza di neve nella prima parte, che ha messo in ginocchio l’intero comparto, all’arrivo delle attese precipitazioni a inverno ormai avanzato, sino a questa possibile riapertura straordinaria. Le neve è iniziata a scendere nella seconda metà gennaio e solo a fine gennaio si è potuto riaprire gli impianti.
«Noi ce la mettiamo tutta per ripartire, ma dipende dalle condizioni meteo», dice Venanzio Lagatta, direttore delle sciovie e dell’area food delle piste di Mammarosa, gestite da Majelletta We, «ha nevicato fino a martedì, anche se è caduta una neve molto bagnata, che non ancora si è compattata. E quindi, al momento, non è possibile sciare. Attendiamo che arrivi una notte serena, con temperature basse, in grado di compattare la neve caduta: circa 30 centimetri a valle e 70 a monte. Venerdì notte potrebbe essere la notte giusta. E se poi le temperature non risalgono, apriamo. Noi teniamo le dita incrociate. È stata una stagione davvero diversa dalle altre, che ha mostrato una volta di più quanto è importante destagionalizzare la montagna. E a questo riguardo confidiamo negli interventi nel Masterplan. Intanto per il 25 aprile è previsto anche il party in quota, per salutare degnamente la stagione». La mancanza di neve a Natale ha comunque fatto perdere quasi la metà degli introiti. Gli operatori della montagna sperano nei rimborsi promessi dal governo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La comunicazione è apparsa ieri, ma è molto condizionato alle temperature dei prossimi giorni: «Verificate le condizioni neve», si legge, «sperando in un calo di temperature, ci stiamo adoperando per una riapertura straordinaria da sabato a martedì 25 aprile. Sperando di riuscire a garantire la sciabilità in sicurezza per tutto il ponte delle festività». La stagione invernale ha visto di tutto: dalla mancanza di neve nella prima parte, che ha messo in ginocchio l’intero comparto, all’arrivo delle attese precipitazioni a inverno ormai avanzato, sino a questa possibile riapertura straordinaria. Le neve è iniziata a scendere nella seconda metà gennaio e solo a fine gennaio si è potuto riaprire gli impianti.
«Noi ce la mettiamo tutta per ripartire, ma dipende dalle condizioni meteo», dice Venanzio Lagatta, direttore delle sciovie e dell’area food delle piste di Mammarosa, gestite da Majelletta We, «ha nevicato fino a martedì, anche se è caduta una neve molto bagnata, che non ancora si è compattata. E quindi, al momento, non è possibile sciare. Attendiamo che arrivi una notte serena, con temperature basse, in grado di compattare la neve caduta: circa 30 centimetri a valle e 70 a monte. Venerdì notte potrebbe essere la notte giusta. E se poi le temperature non risalgono, apriamo. Noi teniamo le dita incrociate. È stata una stagione davvero diversa dalle altre, che ha mostrato una volta di più quanto è importante destagionalizzare la montagna. E a questo riguardo confidiamo negli interventi nel Masterplan. Intanto per il 25 aprile è previsto anche il party in quota, per salutare degnamente la stagione». La mancanza di neve a Natale ha comunque fatto perdere quasi la metà degli introiti. Gli operatori della montagna sperano nei rimborsi promessi dal governo.
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