Assessorato al Psi Sel e Giustizia sociale prendono le distanze
Marcello: bisogna rispettare il responso elettorale Cianci: toni da abbassare, pensiamo ai problemi della città
VASTO. «Abbiamo il massimo rispetto per il Psi, ma crediamo che il riconoscimento di un partito non debba passare necessariamente per la concessione di un assessorato». Gino Marcello, segretario cittadino di Giustizia sociale, ribadisce la linea della lista civica che alle elezioni comunali del 2011 sostenne il sindaco Luciano Lapenna.
Oggi, ad appena due anni dal secondo mandato amministrativo del centrosinistra, la permanenza di un suo rappresentante in giunta (l’assessore Mario Olivieri) viene rimessa in discussione dallo stesso Pd che, nell’indicare la strada, ha invitato il primo cittadino a «tener conto delle debolezze politiche e personali degli altri gruppi consiliari». Chiaro il riferimento a quei partiti che hanno solo un consigliere (come Giustizia sociale e Rifondazione comunista), ma anche al vicesindaco Antonio Spadaccini che dopo essere uscito dall’Italia dei valori, insieme a Elio Baccalà, non ha più un partito alle spalle.
La crisi amministrativa tiene banco in città in vista dell’approvazione del bilancio consuntivo che approderà in consiglio a metà maggio. Il Psi, che chiede l’azzeramento della giunta, la riduzione degli assessori e il rilancio dell’azione amministrativa, minaccia di votare contro il documento contabile, decretando, se dovessero mancare i numeri necessari, il ritorno anticipato alle urne. «La nostra linea è chiara: chiediamo che venga rispettato il responso dell’elettorato», afferma Marcello, «disattendere le indicazioni dei cittadini in un momento di grande disaffezione per la politica non farebbe altro che aumentare le distanze. Il rilancio dell’azione amministrativa? Siamo stati i primi a chiederlo».
Sel stigmatizza i «veti incrociati e le posizioni pregiudiziali. Siamo preoccupati per la piega che ha preso la discussione», commenta Sante Cianci, coordinatore cittadino del partito di Vendola, «con i veti e i diktat non si va da nessuna parte e le prove di forza servono solo ad allontanare la soluzione. Bisogna abbassare i toni: dobbiamo pensare ai problemi della città, non si può perdere tanto tempo per discutere dei problemi interni alla maggioranza».
Anna Bontempo
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