«Bentornati» con i fuochi artificiali
Migliaia per applaudire Mario e Tommaso. «Noi eroi? Mica tanto...».
ORTONA. Fuochi d’artificio a tempo di musica per salutare Mario Iarlori e Tommaso Cavuto, i marittimi del Buccaner liberati la sera di domenica 9 agosto, dopo 4 mesi di prigionia. La città li ha festeggiati ieri, a mezzanotte, nella cornice del castello Aragonese. Migliaia in piazza per loro. Davanti al maniero da poco restaurato, allestita una pedana su cui sono saliti Iarlori e Cavuto, il sindaco, Nicola Fratino, il presidente della Micoperi armatrice del Buccaneer, Silvio Bartolotti, e l’arcivescovo di Lanciano-Ortona, Carlo Ghidelli. Dopo la benedizione e il saluto del sindaco, tutti insieme hanno stappato una bottiglia di spumante formato magnum. E’ stato il primo botto di una lunga serie. Subito dopo ecco i fuochi d’artificio che il Comune aveva in programma per la festa di San Rocco, dedicati alla liberazione di Iarlori e Cavuto. Uno spettacolo di luci e colori a ritmo di musica, un inno alla gioia e alla libertà.
Ad assistere, oltre a migliaia di ortonesi che hanno voluto dimostrare la vicinanza alle due famiglie, tanti invitati istituzionali. «Abbiamo scelto il castello Aragonese per i festeggiamenti perché abbiamo assecondato il desiderio di Iarlori e Cavuto che volevano rivedere il maniero restaurato», dice un commosso Fratino. «Sono degli eroi», scandisce le parole il sindaco. «Eroi», si stupisce Cavuto facendo ridere tutti, «mica tanto, ce la sia fatta sotto per la paura...». Poi cede il passo ai ricordi che fanno commuovere: «I militari che ci hanno liberato mi hanno fatto sentire italiano. Sono rimasto molto colpito soprattutto quando ho visto che, oltre alle armi, nei giubbotti avevano le bottigliette d’acqua e le pizze... Grazie a tutti».
E giù applausi. Più disincantato Iarlori: «Quattro mesi non facili, ma ho creduto sempre nelle istituzioni e nella società Micoperi, sapevo che ci avrebbero liberato. Ho pianto, sì ho pianto, soprattutto quando ho visto arrivare gli incursori. Sono state le prime lacrime. Grazie...». E tanti altri applausi. Prima dell’abbraccio con la città, Iarlori e Cavuto, hanno cenato con le famiglie ed esponenti del Comune alla sagra degli Antichi sapori organizzata da PromOrtona che, da martedì, anima il rione storico di Terravecchia. E il Ferragosto e la domenica trascorsi tra visi familiari e i luoghi più amati per riprendere il contatto con la quotidianità prima di tuffarsi nell’abbraccio pubblico. Per Mario Iarlori e Tommaso Cavuto quello appena trascorso è stato un Ferragosto all’insegna del relax in famiglia.
Unico diversivo: passeggiare per Ortona, città a loro tanto cara e che, nei 4 mesi a bordo del Buccaneer, deve essere sembrata una meta irraggiungibile. E la voglia di rivedere i luoghi conosciuti da una vita ha caratterizzato le due giornate di festa per le famiglie dei marittimi. Cavuto (61 anni) ha passato il Ferragosto a casa in via Galileo Galilei. Pranzo tradizionale con la moglie Franca i figli, Matteo e Mario, e la suocera. Il resto della giornata, così come quella di ieri, è trascorsa tra lunghe passeggiate con il cane Lenny e la famiglia per riscoprire i posti più amati della città e riprendere il contatto con la realtà «perché», confessa la moglie Franca, «a volte gli sembra di sognare. Non gli sembra vero di essere tornato a casa». Anche il comandante del Buccaneer, Iarlori (52 anni), ha passato il Ferragosto con i suoi cari e i vecchi amici. Pranzo del 15 fuori Ortona con gli amici. A convincerlo ad allontanarsi da casa, per farlo distrarre almeno per qualche ora, è stata la moglie Sandra. Ora sono a Ortona. E’ tutto finito.
Ad assistere, oltre a migliaia di ortonesi che hanno voluto dimostrare la vicinanza alle due famiglie, tanti invitati istituzionali. «Abbiamo scelto il castello Aragonese per i festeggiamenti perché abbiamo assecondato il desiderio di Iarlori e Cavuto che volevano rivedere il maniero restaurato», dice un commosso Fratino. «Sono degli eroi», scandisce le parole il sindaco. «Eroi», si stupisce Cavuto facendo ridere tutti, «mica tanto, ce la sia fatta sotto per la paura...». Poi cede il passo ai ricordi che fanno commuovere: «I militari che ci hanno liberato mi hanno fatto sentire italiano. Sono rimasto molto colpito soprattutto quando ho visto che, oltre alle armi, nei giubbotti avevano le bottigliette d’acqua e le pizze... Grazie a tutti».
E giù applausi. Più disincantato Iarlori: «Quattro mesi non facili, ma ho creduto sempre nelle istituzioni e nella società Micoperi, sapevo che ci avrebbero liberato. Ho pianto, sì ho pianto, soprattutto quando ho visto arrivare gli incursori. Sono state le prime lacrime. Grazie...». E tanti altri applausi. Prima dell’abbraccio con la città, Iarlori e Cavuto, hanno cenato con le famiglie ed esponenti del Comune alla sagra degli Antichi sapori organizzata da PromOrtona che, da martedì, anima il rione storico di Terravecchia. E il Ferragosto e la domenica trascorsi tra visi familiari e i luoghi più amati per riprendere il contatto con la quotidianità prima di tuffarsi nell’abbraccio pubblico. Per Mario Iarlori e Tommaso Cavuto quello appena trascorso è stato un Ferragosto all’insegna del relax in famiglia.
Unico diversivo: passeggiare per Ortona, città a loro tanto cara e che, nei 4 mesi a bordo del Buccaneer, deve essere sembrata una meta irraggiungibile. E la voglia di rivedere i luoghi conosciuti da una vita ha caratterizzato le due giornate di festa per le famiglie dei marittimi. Cavuto (61 anni) ha passato il Ferragosto a casa in via Galileo Galilei. Pranzo tradizionale con la moglie Franca i figli, Matteo e Mario, e la suocera. Il resto della giornata, così come quella di ieri, è trascorsa tra lunghe passeggiate con il cane Lenny e la famiglia per riscoprire i posti più amati della città e riprendere il contatto con la realtà «perché», confessa la moglie Franca, «a volte gli sembra di sognare. Non gli sembra vero di essere tornato a casa». Anche il comandante del Buccaneer, Iarlori (52 anni), ha passato il Ferragosto con i suoi cari e i vecchi amici. Pranzo del 15 fuori Ortona con gli amici. A convincerlo ad allontanarsi da casa, per farlo distrarre almeno per qualche ora, è stata la moglie Sandra. Ora sono a Ortona. E’ tutto finito.