Bimbi violentati nel chietino, indagati anche la nonna e il suo compagno

9 Ottobre 2013

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sugli abusi sessuali di papà e zio sui tre fratellini. L’avvocato Ferrone: "Vicenda delicata, è necessario trovare la verità"

CHIETI. Ci sono altri due indagati nella vicenda della violenza sessuale che tre fratellini avrebbero subito da papà e zio in un centro del comprensorio di Ortona: si tratta della nonna dei piccoli e del suo compagno. Questi ultimi due devono rispondere di concorso nella violenza sessuale, come emerge dalle accuse della Procura di Chieti. In sostanza per gli inquirenti nonna e compagno avrebbero visto gli abusi sessuali almeno dello zio - il fratello del padre - compiuti sui bambini senza evidentemente prendere le difese dei piccoli.

La vicenda giudiziaria, che ha preso le mosse all’inizio dell’anno con i primi accertamenti dei carabinieri della compagnia di Ortona, ha avuto finora cinque passaggi: l’arresto del padre dei bambini, avvenuto lo scorso aprile; l’interrogatorio dell’uomo che ha respinto le accuse; l’incidente probatorio sui fratellini, ascoltati in audizione protetta come accade in casi come questo, e nel corso del quale le accuse sono state confermate; l’arresto dello zio, avvenuto la scorsa settimana; il suo interrogatorio di garanzia, anche in questo caso con il rigetto delle accuse.

Nei prossimi giorni il giudice riproporrà l’incidente probatorio sui bambini anche per le accuse allo zio.

«La vicenda è delicatissima», sostiene l’avvocato Andrea Ferrone, del Foro di Chieti, difensore d’ufficio dello zio dei bambini, di nonna e compagno ma non del padre, «ed è indispensabile cercare la verità». In effetti, allo stato delle cose, tutto è ancora da accertare ed è necessario stabilire la verità dei fatti.

La vicenda prese le mosse dopo alcune segnalazioni della madre dei bambini e delle maestre delle scuole frequentate dai piccoli: i fratellini avevano raccontato le violenze sessuali del papà, ai domiciliari in un alloggio al piano di sopra dell’appartamento occupato da madre e figli, visto che tra coniugi c’erano stati alcuni litigi. Dalle accuse pare che l’uomo approfittasse dell’allontanamento della moglie dalla palazzina per far salire i bambini da lui. Quindi le presunte violenze. Gli accertamenti dell’assistente sociale e la testimonianza dei vicini di casa avrebbero dato man forte alle indagini dei carabinieri anche con il ricorso a uno psichiatra infantile e alle visite mediche sui piccoli.

Tant’è che lo scorso aprile scattò l’arresto del papà. Le indagini sono andate avanti fino a sfociare la scorsa settimana nell’arresto dello zio dei piccoli. Il papà è rinchiuso nel carcere di Teramo; lo zio in quello di Chieti.

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