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8 gennaio

8 Gennaio 2025

Oggi, ma nel 1930, a Roma, al Quirinale, nella cappella Paolina, il cardinale Pietro Maffi, arcivescovo di Pisa, univa in matrimonio Umberto di Savoia, principe di Piemonte, ed erede al trono del regno d’Italia, e Maria Josè, ultimogenita del re dei belgi Alberto di Sassonia Coburgo-Gotha, che dal 9 maggio al 18 giugno 1946 saranno l’ultima coppia reale del Belpaese.

Lui era in divisa da colonnello dell’esercito, impreziosita dal collare dell’Annunziata, la massima onorificenza della casata, e lei in abito disegnato da lui e realizzato dalla sartoria milanese fondata da Domenico Ventura. Il ricevimento era stato tenuto, sempre al Quirinale, la sera dell’Epifania. I due sposi (nella foto, particolare, eternati in una cartolina commemorativa coeva) si erano incontrati per la prima volta da ragazzini, a Battaglia Terme, in provincia di Padova, nel 1918, quando lui aveva 13 anni e lei 11, verosimilmente, proprio in virtù delle future nozze programmate da parte delle cancellerie dei rispettivi reami. Lui, prossimo “re di maggio”, era il figlio del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III, quello che si comprometterà pesantemente col fascismo e col ventennio mussoliniano, lei, invece, era la nipote dell’iconica principessa asburgica “Sissi” di Baviera, quella provata dalla controversa tragedia di Mayerling, del 30 gennaio 1889, e poi pugnalata mortalmente al cuore dall’anarchico tricolore Luigi Lucheni sul lago di Ginevra, con una lima, il 10 settembre 1898.

Il giovane Savoia era stato affidato alla rigida preparazione di stampo militare coordinata dall’ammiraglio Attilio Bonaldi, indossava regolarmente la divisa da marinaretto della regia nave “Caio Duilio”, corazzata orgoglio della flotta italica, ma era in procinto di frequentare la scuola militare capitolina. La ragazzina studiava nel collegio Santissima annunziata di Poggio Imperiale, in quel di Firenze, proprio per apprendere la lingua e la cultura dello Stivale in vista del grande passo. Nonostante i non pochi commenti malevoli espressi dagli esperti di questioni di corte circa il rapporto sentimentale tra Umberto e Maria Josè a detta degli esperti i due si amavano ed erano realmente legati. Saranno i tumultuosi capovolgimenti di fronte, come il “no” alla monarchia deciso, più o meno con comprovati brogli elettorali, dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946 e il conseguente esilio di lui a Colares di Sintra, in Portogallo, ad incrinare il loro legame: sia dal punto di vista più largamente politico che sotto l’aspetto strettamente affettivo. Che sarà confermato dal trasferimento di lei nella ginevrina Merlinge, insieme al figlio Vittorio Emanuele di 9 anni. Il fidanzamento ufficiale c’era stato, a Bruxelles, il 24 ottobre 1929, giorno che era stato anche contrassegnato dall’attentato, fallito, da parte del fuoruscito antifascista Fernando De Rosa proprio al promesso sposo mentre era impegnato nel deporre una corona di fiori sul sacrario belga del Milite ignoto.