Cadavere nel fiume, oggi l’esame dei resti
Accertamenti radiografici per stabilire età, razza e sesso. I pochi tessuti rimasti utili comunque per ricostruire il Dna
VASTO. A distanza di settantadue ore dal ritrovamento, il “giallo” del cadavere del Sinello resta insoluto. Il corpo, in gran parte scarnificato, è talmente decomposto da impedire l'identificazione. Nè ci sono indumenti, a parte piccoli frammenti di pelle, forse una cintura, che possono aiutare gli investigatori.
Gli esami medico-legali. L’avanzato stato di decomposizione fa ipotizzare una lunga permanenza in acqua. «È tutto da chiarire e, viste le condizioni del corpo, non sarà affatto semplice», afferma il medico legale Pietro Falco. Il professionista prima di eseguire l’autopsia ha eseguito alcuni approfondimenti di natura tecnica che hanno fatto rinviare di 24 ore l’esame peritale. Questa mattina, alle 9,30, è previsto l’affidamento dell’incarico e il giuramento in Procura. Subito dopo potranno partire gli accertamenti radiografici. «Attraverso lo scheletro cercheremo di stabilire l’età, la razza di quel corpo, il sesso», spiega il dottor Falco. A prima vista quei poveri resti sembrano appartenere a un uomo, ma non è affatto scontato. Il corpo conserva solo parte dei tessuti. Manca parte del cervello, ma arti e tronco possono raccontare molto al medico legale che cercherà di scoprire la presenza di mutilazioni, placche e fratture e appurare se queste ultime sono compatibili con una morte violenta. I resti dei tessuti, anche se limitati, dovrebbero poter permettere anche l’esame del Dna.
La testimonianza. I resti umani sono stati scoperti sabato dai volontari dell’Arcipesca Fisa di Lentella durante un servizio antibracconaggio. Ma nel mese di agosto la Fee, l’associazione che assegna le Bandiere blu, aveva inviato un esposto al prefetto lamentando la presenza nella zona, ben visibile dal cavalcavia autostradale, di cumuli di immondizia e rifiuti pericolosi. L’ultima ispezione dei volontari è stata fatta un paio di giorni prima della fine di agosto. Il cadavere non c’era. «Quando ho mandato la relazione al prefetto, nel Sinello non c’era nessun cadavere», conferma Paolo Leonzio, referente regionale della Fee. Quel corpo potrebbe essere stato portato o è arrivato con l’acqua del fiume in quel punto di recente. Ma è difficile che la poca acqua del Sinello possa aver trascinato il cadavere a valle. A meno che il corpo non sia stato celato dalla vegetazione per diverso tempo. «Nel punto in cui è stato scoperto c’era molta vegetazione incolta», conferma Giuseppe Zappetti, dell’Arcipesca.
Gli scomparsi. La probabilità che i resti appartengano a un uomo è molto elevata. Resta tuttavia una piccola possibilità che il cadavere appartenga a un donna. Lo staff di “Chi l’ha visto?” ha subito contattato gli investigatori del Vastese per avere maggiori dettagli. Richieste di informazioni sono arrivate anche dalla Toscana dove dallo scorso inverno non si hanno più notizie dell’imprenditrice Roberta Ragusa. Il 17 ottobre scadono i termini delle indagini preliminari per quell’inchiesta. Gli investigatori stanno cercando ovunque il corpo della donna anche con l’utilizzo di georadar. Gli sviluppi delle indagini medico-legali sui resti umani ritrovati nel Sinello sono seguiti per questo con grande attenzione.
Altre ipotesi inquietanti. Davanti al misterioso ritrovamento, le ipotesi sono tante. I carabinieri hanno setacciato la zona palmo a palmo senza trovare però segni di trascinamento o elementi utili all’identificazione del corpo. «Stiamo indagando a 360 gradi», è la frase di rito del maggiore Giancarlo Vitiello. Nei piccoli comuni della vallata non ci sono dispersi. Il corpo potrebbe appartenere anche a un clandestino ucciso e nascosto fra la vegetazione fluviale. Ipotesi e supposizioni, ma nessuna certezza.
Paola Calvano
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