Cardiochirurgia va potenziata

I medici di Emodinamica: da noi ridotto il rischio di morte dal 15 al 4%
CHIETI. Emodinamica, la cardiologia interventistica, ha ridotto il rischio di morte dei malati di cuore arrivati al pronto soccorso dell'ospedale dal 15 fino al di sotto del 4%. Nel dibattito di questi giorni tutto si è concentrato su cardiochirurgia, estrema ratio per un cardiopatico.
Prima di arrivare in sala operatoria, i malati di cuore o con patologie cardiovascolari, possono e vengono trattati e salvati grazie all'attività degli operatori di Emodinamica dell'ospedale clinicizzato di Colle dell'Ara, attraverso una serie di interventi realizzati in via percutanea, ovvero meno invasiva e rischiosa di un'attività a cuore aperto, molto più breve e peraltro molto meno costosi per la collettività, se si pensa che un by pass costa ben 30 mila euro. Gli interventi vengono eseguiti da cardiologici e infermieri specializzati della divisione di Emodinamica che a Chieti esiste dal 1982.
Un reparto d'eccellenza - la cardiologia interventistica è considerata futuro della malattia cardiaca - che nella proposta di riorganizzazione della Regione doveva essere spostato da Chieti altrove, Lanciano o Vasto. Gli operatori del reparto del policlinico di Colle dell'Ara ritengono che questo non si possa fare. Emodinamica non è come un laboratorio analisi, peraltro il trasferimento sarebbe contro ogni logica sanitaria e legale. Un trasloco che, sulla scorta dei ripensamenti della Regione sul polo cardio-chirurgico del Santissima Annunziata, per ora non si realizzerà, ma la cui attuazione è dietro l'angolo, soprattutto perché il polo cardio-chirurgico, affinché possa continuare a esistere, deve essere assolutamente potenziato.
Emodinamica di Chieti, una delle quattro della regione (le altre sono a Pescara, L'Aquila e Teramo) doveva essere spostata con la giustificazione che delocalizzandola a Lanciano sarebbe stata più raggiungibile dai cittadini della provincia teatina, con il rischio che la cardiochirurgia del Santissima Annunziata sarebbe stata l'unica abruzzese a non avere il reparto di Emodinamica.
La divisione, in teoria, può sussistere da sola, ma con un abbassamento della qualità degli interventi notevole. Se durante una operazione in via percutanea dovessero sorgere complicanze è necessario l'intervento del chirurgo. Dunque, il paziente da Lanciano passerebbe la sua crisi sull'autostrada per raggiungere il policlinico. Ma se Emodinamica, con una abbassamento del livello delle prestazioni può sussistere senza cardiochirurgia, non è vero il contrario. Il decorso post operatorio è sempre trattato dal personale di terapia intensiva, Unità coronarica o Emodinamica.
Peraltro in quella teatina, lo dicono i numeri, (vedi tabella) in una sola sala, (condivisa con la radiologia), proprio in virtù delle professionalità altamente specializzate, si realizza ogni anno il doppio degli interventi che si eseguono, per esempio, nell'omologo reparto di Teramo che ha due sale a disposizione. Dati che si possono consultare sul sito web Sici-Gise. Ora medici e infermieri della Emodinamica teatina, pur rassicurati dal fatto che l'unità non verrà per ora delocalizzata, temono che sia un ripensamento condizionato. Se il polo cardio-chirurgico del Santissima Annunziata resterà così come è, senza una adeguato potenziamento che può realizzarsi solo col trasloco nel nuovo edificio, la divisione è a rischio. Perché non potrà far fronte al sempre crescente aumento di richieste di angioplastiche o coronarografie. Della serie: non sei in grado di funzionare, puoi anche non esistere.
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