Cardo: «Mancano validi imprenditori locali»

Dialogo tra Confindustria e sindacato, ma senza eccedere con la flessibilità

CHIETI. «Molto bene il primato della provincia teatina nel prodotto interno lordo regionale, benissimo il netto incremento delle esportazioni. Ma questi dati sono merito soprattutto della Sevel e della Honda, i due colossi metalmeccanici della Val di Sangro, altro che provincia in salute. Molte piccole e medie imprese stentano». Antonio Cardo, segretario provinciale della Uil, interviene dopo la relazione annuale con cui il presidente di Confindustria, Silvio Di Lorenzo, direttore della Honda di Atessa, ha tirato le somme del primo anno della nuova esperienza. Una relazione in cui il manager ha messo in evidenza problemi interni ed esterni all’imprenditoria, puntando su carenze strutturali che da anni impediscono il decollo economico del Chietino, attestato sempre su quote medio-basse in campo nazionale, come tutta la regione.

«Quando Di Lorenzo parla delle carenze sia strutturali che formative, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. D’altronde», dice Cardo, «a queste conclusioni giungemmo con Assindustria e università con il patto per lo sviluppo della provincia, febbraio 200. Tra le emergenze, noi ne indicavamo di più, non solo tre. Ma è verissimo che i problemi della formazione e dell’innovazione tecnologica sono sempre sul tappeto, purtroppo. E dopo aver preso atto dei dati positivi, che dipendono tuttavia soprattutto da Sevel e Honda, dobbiamo rilevare con molta franchezza che non si è ancora formata un’imprenditorialità locale. Invece bisogna capire come sostenere l’innovazione e la competitività per misurarci con successo sul mercato. Ragionare e agire sulle carenze strutturali. Faccio un esempio lampante», aggiunge Cardo: «E’ ridicolo che la Wts ogni volta che deve portare un maxi tubo al porto di Ortona si scontra con una viabilità indecente. La vallata del Pescara ha tutto per svilupparsi e invece non ci sono servizi efficienti, noi paghiamo un costo salato in termini di occupazione. Quanto al campus è un’idea di Di Lorenzo», ricorda Cardo, «ma ha sempre avuto l’apporto delle forze politiche e sociali che il 12 luglio con i segretari nazionali del sindacato, settore industria, daranno un ulteriore assenso all’iniziativa così importante per creare le figure professionali di cui abbiamo necessità».

Infine il rapporto con i sindacati. «Lui ha la fortuna di avere in Abruzzo interlocutori disponibili a seguirlo sulle ipoptesi di sviluppo. Quando parla di sindacato come motore dello sviluppo con gli imprenditori, siamo d’accordo, ma attenzione alletà delle pensioni, bisogna distinguere bene tra singole attività. Il sindacato, rilevano i maggiori analisi», è la conclusione di Cardo, «è stato il punto fermo in una fase di destrutturazione del sistema sociale. Il lavoro nero non emerge, il precariato è notevole, non ci sono più contratti a tempo inedeterminato se prima non si fa ricorso alle varie scappatoie. Va riaffermata una stagione di diritti, non siamo disponibili a una ulteriore flessibilità».