Lanciano

Chi c’era nella chat che ha seguito il suicidio di Andrea Prospero? Verifiche sulle celle telefoniche, spunta un video

19 Marzo 2025

Proseguono le indagini sulla morte dello studente 19enne di Lanciano, trovato senza vita in un appartamento a Perugia. Il legale del giovane romano ai domiciliari: “E’ molto provato” (Nella foto Andrea Prospero e la sorella)

LANCIANO. Pur essendo "molto attento alla propria privacy" nella vita reale e su internet, Andrea Prospero aveva una "vastissima serie di contatti" informatici ancora al vaglio degli inquirenti. Un mondo fatto di numeri di telefono, di nick name e indirizzi Ip, la sequenza di cifre che identificano i computer che si agganciano al web, nel quale si stanno destreggiando gli esperti della polizia postale. Indagini sono in corso per svelare il mondo di Prospero risalendo a chi si cela dietro ai nick name, nomi fittizi impiegati nella rete, e a eventuali contatti. Si cerca anche di capire come si sia potuto procurare i farmaci utilizzati per togliersi la vita ma anche se questo mondo di interazioni celasse qualcosa di illecito. 

Intanto per venerdì 21marzo è stato fissato davanti al gip di Perugia l'interrogatorio di garanzia del diciottenne romano agli arresti domiciliari per induzione o aiuto al suicidio dello studente universitario d'informatica originario dell'Abruzzo. "E' molto provato per tutto quello che sta accadendo attorno a lui" ha detto il suo difensore Alessandro Ricci. Non è chiaro se il giovane deciderà di rispondere alle domande del giudice o avvalersi della facoltà di non farlo.

Nel monolocale dove Prospero è stato trovato morto, in via del Prospetto a Perugia, sono stati recuperati un pc portatile, 5 telefoni cellulari e 46 sim-card. La loro analisi ha fatto emergere la "vastissima serie di contatti" dello studente e altre comunicazioni avute nella chat e nei canali che utilizzava. Un ruolo importante per l'indagine lo ha avuto anche l'esame delle celle telefoniche agganciate dal giovane. Quasi esclusivamente tra Lanciano, la sua città di origine, e Perugia. Particolare che secondo gli investigatori conferma l'uso degli apparati da parte di Prospero. Il giovane gestiva poi "numerosi" account social. In particolare su Telegram utilizzando nick name diversi. Tra i quali si stanno muovendo ora polizia postale e squadra mobile. Con un'indagine molto complessa, anche perché gran parte degli strumenti informatici erano dotati di password e nessun documento conteneva elementi per svelare i dati di accesso. Utilizzando proprio uno degli pseudonimi aveva provato ad acquistare uno dei farmaci oppioidi poi utilizzati per il suicidio chiedendo di spedirli a Lanciano ma senza riuscirci. Nelle tante chat contenute nell'ordinanza di custodia cautelare per il giovane di Roma emerge anche il riferimento a un filmato che potrebbe essere stato girato da Prospero a ridosso del suicidio. "Come sai che non trolla" si chiede uno di quelli con lui in chat. "Ha mandato il video" risponde un altro. Secondo il Corriere dell'Umbria, però, nel cellulare dello studente non è stato trovato alcun filmato. Un'indagine, quella coordinata dalla Procura di Perugia, che deve ancora chiarire diversi punti. "Solo il primo tassello" dell'inchiesta, hanno ripetuto gli inquirenti, che punta a fare luce sull'approvvigionamento illecito di farmaci che garantisce quella che sembra essere la parte più oscura del web