Chieti calcio, dopo Report indaga la guardia di finanza

Il faro delle fiamme gialle sui flussi di denaro intorno alla società neroverde, all’85% di proprietà della Wip Finance
CHIETI. Il faro della guardia di finanza si accende sul Chieti calcio. Le fiamme gialle indagano sui flussi di denaro intorno alla società sportiva teatina, anche alla luce delle ultime dichiarazioni rilasciate da figure di primo piano del club nel corso della trasmissione Report di Rai Tre. Gli accertamenti riguardano pure tutto ciò che ruota attorno al progetto Teti, che – stando a quanto sbandierato con tanto di comunicati stampa dal sodalizio neroverde – prevederebbe la nascita di un centro polifunzionale con alloggi per giocatori, palestra, bar, ristorante, centro benessere, ambulatori medici e aule didattiche.
LE QUOTE
Attualmente l’85% delle quote del Chieti calcio risultano di proprietà della Wip Finance, società anonima svizzera finita al centro della cronaca nazionale perché interessata all’acquisto di Visibilia, il gruppo editoriale e pubblicitario della ministra del Turismo Daniela Santanchè. E della Wip Finance il patron del Chieti Altair D’Arcangelo, attualmente indagato in un’inchiesta della procura di Milano per associazione per delinquere sfociata in un maxi sequestro di 39 milioni di euro, è business developer, ovvero procacciatore d’affari.
LE DICHIARaZIONI SMENTITE
Al microfono di Report, il presidente del Chieti calcio Gianni Di Labio, in merito alla Wip Finance, ha dichiarato lo scorso 26 gennaio: «Ci hanno dato degli importi importanti per arrivare fino ad adesso: credo che siano arrivati un paio di centinaia di mila euro». Dichiarazioni che, a distanza di pochi giorni, sono state smentite dalla società svizzera, con una nota a firma dell’avvocato milanese Paololuca Bianchi, incaricato dalla legale rappresentante Jane Lepori-Sassu: «Wip Finance non ha mai versato importi di denaro al Chieti calcio, né tantomeno gli importi riferiti nella trasmissione del 26 gennaio. Wip Finance si è limitata a offrire al Chieti calcio il proprio supporto, peraltro di natura gratuita, per lo sviluppo del settore giovanile e in particolare di una squadra di calcio femminile, in virtù delle esperienze maturate in precedenza con altre società calcistiche».
IL PROGETTO TETI
Sul progetto Teti è intervenuto il rettore dell’università d’Annunzio Liborio Stuppia: «Esso fu proposto al nostro ateneo nell’ambito di una generica prospettiva non delineata né nei contenuti, né nel novero dei soggetti erogatori, né nei tempi e nelle modalità di attuazione concreta, di fondi destinati allo sport di cui avrebbero potuto beneficiare anche gli studenti della d’Annunzio. I promotori del progetto Teti ce lo hanno presentato dichiarando che esso aveva il placet del ministero dello Sport. Pertanto, avendo manifestato un primo generico interesse, l’ateneo aveva delegato un proprio dirigente per le successive verifiche e per ogni altro approfondimento prima di poter procedere a ogni decisione. Non è seguito alcuno sviluppo esecutivo del progetto. Pertanto l’iniziale interesse non si è tradotto in alcuna delibera da parte degli organi accademici».