Chieti, scoperta la truffa dei falsi bollini alle caldaie

La Procura chiede il processo per un tecnico: sotto accusa le fotocopie dei certificati. E ora la Ops e 18 residenti vogliono i danni

CHIETI. La truffa dei bollini per le caldaie: falsificati ma spacciati per veri e gli incassi non versati alla Provincia di Chieti ma trattenuti. È questa l’accusa che pende su un tecnico delle caldaie: è indagato per truffa, peculato e falso in un’inchiesta che conta 19 parti offese.

CITTADINI BEFFATI. Sono in 18,  hanno subito anche la beffa di una multa da 120 euro per quei bollini rivelatisi poi carta straccia, e la Ops, la società partecipata della Provincia e del Comune di Chieti incaricata dei controlli agli impianti termici. Oggi è fissata la prima udienza preliminare a carico di Nicola Sarchione, 49 anni di Vasto: secondo l’accusa, il tecnico avrebbe prodotto «molteplici false certificazioni» e avrebbe «incassato direttamente le somme pagate dagli utenti ignari delle irregolarità praticate». I bollini biennali per attestare la regolarità delle caldaie sarebbero stati fotocopiati.

OPS DENUNCIA. A denunciare il caso dei bollini contraffatti è stato il presidente della Ops Nando Marinucci con un esposto alla guardia di finanza quando si è accorto che una serie di codici identificativi era ricorrente: «Durante le ispezioni alle caldaie ci siamo accorti della presenza di bollini irregolari», spiega Marinucci, «quei bollini erano stati fotocopiati da quelli di altri utenti: i codici identificativi, infatti, corrispondevano. Così, senza perdere tempo, abbiamo presentato una denuncia per tutelare l’azienda». Oggi, la Ops si costitusce parte civile nel procedimento: l’incarico della difesa è stato affidato all’avvocato Federica Milano. La Provincia, invece, non chiede i danni: in una nota al presidente Mario Pupillo un dirigente ha definito «non necessaria» la costituzione di parte civile vista la costituzione della partecipata.

BOLLINI CONTRAFFATTI. Con la denuncia della Ops in mano, i finanzieri hanno avviato un’indagine e controllato i bollini: la scoperta è stata che quei documenti sarebbero dei falsi e, secondo gli inquirenti, neanche tanto d’autore visto che sarebbero stati contraffatti in maniera grossolana. Secondo l’indagine, la manutenzione delle caldaie sarebbe stata svolta correttamente: è la certificazione che sarebbe stata fuorilegge.

TRUFFA DA POCHI SOLDI. Quella scoperta è una truffa da pochi spiccioli che si è ritorta contro il tecnico e anche contro i cittadini: attraverso i bollini falsi dal costo di 12 euro l’uno, il tecnico avrebbe ottenuto «un ingiusto guadagno» di circa 200 euro e adesso, per questa cifra irrisoria, rischia di ritrovarsi a processo con accuse pesanti; ai cittadini, che si sono ritrovati vittime inconsapevoli, è andata addirittura peggio: secondo l’accusa, avrebbero subito «un ingiusto danno patrimoniale» perché, oltre ai 12 euro spesi per i bollini poi rivelatisi falsi, hanno dovuto pagare anche le sanzioni amministrative scattate dopo gli accertamenti eseguiti dalla Ops.

PECULATO. Secondo l’ipotesi della finanza, coordinata dal procuratore capo di Vasto Giampiero Di Florio, il tecnico si sarebbe appropriato delle somme pagate dai cittadini «omettendo di riversarle alla Provincia»: per un pugno di soldi, quindi, è stato contestato anche il reato di peculato.

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