Chieti, ventotto precari del Comune restano senza lavoro
Scaduto il contratto per i primi 12, in agosto per gli altri 16. Il sindaco: non abbiamo soldi. La Cgil: sindacati ignorati
CHIETI. I 28 lavoratori precari, da anni alle dipendenze del Comune, non potranno beneficiare di nessuna proroga del contratto di lavoro in scadenza. I primi ad uscire dalla pianta organica di palazzo d’Achille saranno i dodici tecnici a cui proprio oggi scade il contratto. Saranno seguiti, il 7 agosto, da sedici colleghi utilizzati nel comparto amministrativo dell’ente.
La notizia, che era già nell’aria da mesi, è stata confermata ieri dal sindaco Umberto Di Primio subito dopo un conciliabolo avuto con una delegazione di tecnici, tra geometri e ingegneri, che da lunedì resteranno a casa con un pugno di mosche in mano.
«Purtroppo il Comune» afferma il primo cittadino, «non ha i soldi per coprire il costo di questi lavoratori. La mancata certificazione per tempo del rispetto del Patto di stabilità non c’entra niente in questa storia checché ne dica qualcuno che preferisce fare uno squallido sciacallaggio politico alle spalle dei lavoratori».
La lunga querelle dei lavoratori precari è stata oggetto anche di ripetute riunioni bipartisan dei capigruppo comunali allargate ai due senatori eletti in territorio teatino, Fabrizio Di Stefano del Pdl e Giovanni Legnini del Pd. Tutti avevano convenuto sulle difficoltà oggettive di rinnovo dei contratti dei precari che, infatti, adesso si ritrovano a casa, con famiglie a carico, dopo aver lavorato diversi anni per conto del Comune. Che non può assumere personale nell’anno in corso dopo aver firmato in ritardo la certificazione del rispetto del Patto di stabilità.
«I revisori»-tuona il sindaco, «hanno creato un danno enorme alla città ma in questo caso la vicenda del Patto di stabilità non c’entra. Sui precari siamo costretti a rispettare i rigidi parametri della legge finanziaria».
Nel dettaglio l’ente, per l’anno in corso, può spendere per il lavoro a tempo determinato appena il 50% di quanto impegnato nel 2009. Il limite di spesa è stato raggiunto e i lavoratori, di conseguenza, non potranno ottenere i rinnovi contrattuali a cui giustamente puntavano.
«La situazione», riprende il sindaco, «è chiara da febbraio quando ho riferito queste cose a tutti i lavoratori precari. Avevo prospettato loro anche l’ipotesi di restare in servizio per tutto l’anno con contratti part-time ma nessuno ha voluto accettare in quanto sarebbe diminuito l’importo dei sussidi mensili concessi dallo Stato. Inoltre non era possibile, per legge, effettuare nuove proroghe».
Paola Puglielli, segretario provinciale Cgil funzione pubblica, attacca. «Stigmatizziamo il comportamento dell’ente che continua ad ignorare le sigle sindacali muovendosi in autonomia e sempre all’ultimo istante. Per il resto» ammonisce Puglielli, «chiediamo chiarezza per questi lavoratori e per il futuro di molti settori del Comune a rischio paralisi».
Oltre al danno sociale rappresentato da altre persone rimaste senza lavoro in città, infatti, adesso bisognerà fronteggiare il problema di una pianta organica ridotta ulteriormente all’osso.
«Rivedremo i carichi di lavoro del personale», annuncia il sindaco «e cercheremo di ricorrere a forme Di collaborazione per le figure professionali tecniche».
Jari Orsini
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