Chiude Equitalia 250 mila residenti dirottati a Chieti

Tra Frentano e Vastese sono 82 i Comuni senza più sportello I sindacati: contribuenti costretti a fare 150 chilometri

LANCIANO. Oltre 250 mila cittadini di 82 comuni, tra il Frentano e il Vastese, saranno costretti a fare il viaggio fino a Chieti se andrà in porto, dal 1° luglio, la chiusura dello sportello Equitalia di Lanciano. A lanciare l’allarme sono i sindacati - Dircredito, Fabi, Cisl Fiba, Cgil Fisac, Ugl Credito e Uilca - e gli amministratori del territorio.

«La chiusura degli uffici lancianesi arriva nel momento in cui le istituzioni dovrebbero essere più vicine al territorio», dice il segretario regionale della Fisac-Cgil, Francesco Trivelli, «ci conforta il fatto che da battaglia sindacale si stia trasformando nella battaglia di tutta la zona. L’operazione di tagli, prevista nel piano di ristrutturazione della società, interessa sei regioni e 16 sportelli. I dipendenti coinvolti sono in tutto 35, ma solo Lanciano ne ha 18: questo dato ci dà la portata di quanto profondamente sbagliata sia la decisione di Equitalia, che tra l’altro arriva dopo la chiusura, lo scorso gennaio, dello sportello di Vasto. Chiediamo all’azienda che la decisione possa almeno slittare a dicembre».

«Chiudere uno sportello come Lanciano significa creare disagio a diciotto lavoratori, che risiedono quasi esclusivamente in questa zona, e soprattutto ai contribuenti», rimarca Alessandra Genco, coordinatrice di Equitalia centro per la Fisac-Cgil, «che per qualsiasi cosa, rateizzazioni, pagamenti, richieste di chiarimento, dovranno andare a Chieti. Perché quello Frentano non è solo uno sportello cassa, ma vi si svolgono tutte le operazioni previste da Equitalia. Tutte le motivazioni riportate nel piano di ristrutturazione collimano con la chiusura di questo sportello».

«Il taglio progressivo degli sportelli comporta un piccolo risparmio alla società a fronte, invece, di un costo indotto elevato», sottolinea Enrico Frati della Uilca, «da Vasto, adesso, si dovranno percorrere circa 150 chilometri, tra andata e ritorno, per pagare le cartelle esattoriali a Chieti».

Al coro dei no alla chiusura dello sportello di via Piave si unisce anche l’Ordine dei commercialisti. «L’accentramento dei servizi nell’area Chieti-Pescara continua a impoverire questo territorio, dal quale arriva la maggiore contribuzione», evidenzia il consigliere Giancarlo Talone, «aumenteranno gli oneri per i contribuenti che fanno già fatica. Sembra che l’ultimo diritto da tutelare sia quello del cittadino».

Al fianco di lavoratori e sindacati, nonché dei cittadini, si schierano anche gli amministratori. «L’Abruzzo meridionale sta subendo una continua desertificazione dei servizi», nota il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, «iniziata con la Asl e con i tribunali. Nessuna tecnologia può sostituire il contatto diretto e umano con gli operatori». «Non è più accettabile il taglio dei servizi a fronte di numeri che, oggettivamente, dicono il contrario», sostiene Sergio De Luca, primo cittadino di Casoli, «le decisioni andrebbero calibrate in modo diverso, tenendo conto dell’area metropolitana Pescara-Chieti ed evitando i doppioni».

Stefania Sorge

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