Cinghiali, caccia nelle oasi La comunità ora si divide

9 Novembre 2024

Vasto. Mazzatenta: «Non si risolve niente e rischi per chi frequenta le due riserve» Taglioli: «Così si aggrava la situazione». Bosco: «Bisogna intervenire per i danni»

VASTO. «Sparare nelle riserve non solo non è risolutivo, ma potrebbe creare incidenti stradali a causa del nomadismo indotto dalle doppiette». Si registrano le prime reazioni dopo la notizia, pubblicata ieri dal Centro, dell’imminente apertura della caccia ai cinghiali presenti a Punta Aderci e Marina di Vasto. A dare l’annuncio è stato l’assessore all’ambiente Gabriele Barisano. Dopo un primo tentativo di ridurre la presenza degli ungulati nelle due aree protette con le gabbie, il Comune ha deciso di passare ai fucili. Immediate le reazioni.
«Sono contrario all’abbattimento dei cinghiali nelle riserve», dice il professor Andrea Mazzatenta, docente al Dipartimento di scienze dell’Università d’Annunzio, «si tratta di un intervento che non solo non sarebbe risolutivo, ma che potrebbe creare incidenti stradali legati al nomadismo indotto dalle doppiette e tutta una serie di rischi per le persone che frequentano quei luoghi. Inoltre i fucili potrebbero spingere i lupi, i caprioli stanziali e i cervi occasionali fuori dalle riserve». Mazzatenta, che a suo tempo contestò il censimento contenuto nel piano triennale di monitoraggio e controllo redatto dal biologo Fabio De Marinis, continua a sostenere che il numero di cinghiali nelle due riserve di Vasto si è ridotto a causa dei lupi che predano soprattutto i cuccioli.
Contrario alle doppiette anche l’ecologista Stefano Taglioli. «Sparare a Punta Aderci è una follia, significa superare un punto di non ritorno dal punto di vista naturalistico», commenta, «non risolverà niente e aggraverà la situazione. Wwf e Legambiente che collaborano con Cogecstre non hanno niente da dire?». Di tutt’altro avviso sono gli agricoltori, di cui si è sempre fatto portavoce Michele Bosco, presidente dell’associazione Terre di Punta Aderci. «Bisogna intervenire perché i danni sono arrivati a un livello altissimo», è la tesi sostenuta da Bosco, «non è pensabile aspettare l’invecchiamento della popolazione dei cinghiali come sostiene il professor Mazzatenta, a meno che non ci sia un risarcimento dei danni reali e collaterali subiti». Nei mesi scorsi sono stati catturati 28 ungulati a Punta Aderci – su 134 censiti – e neanche uno a Marina di Vasto dove ne erano stati conteggiati 14. All’interno delle due aree sono stati posizionati i gabbioni con le esche per attirare gli animali che, una volta catturati, sono stati prelevati da una ditta specializzata per essere abbattuti e trasferiti nei centri di lavorazione autorizzati.
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