Clienti sventano il colpo alle Poste
Due banditi arrestati mentre tentano la rapina armati di coltello.
SAN SALVO. Una coppia di baby-rapinatori, 36 anni in due, incensurati, tenta una rapina nell’ufficio postale di via Vespucci, alla Marina, ma vengono individuati dai clienti in attesa davanti agli sportelli, e quindi ammanettati dai carabinieri chiamati in tempo reale. Il maggiorenne è rinchiuso nel carcere di Torre Sinello; il 16enne, invece, nell’istituto per minori di Ancona. La coppia, T.M., 16 anni, e Mirko Bocola, 20 anni, entrambi di Apricena (Foggia), ha cercato di rapinare all’ora di apertura l’ufficio postale della Marina di San Salvo. Un “deja vu” per gli impiegati dello sportello, rapinato già un anno fa da altri due giovani, allora mascherati e armati di pistole. Questa volta, però, qualcosa è andato storto per i banditi. Prima di entrare e intimare il “fermi tutti” e di aprire la cassaforte, i due hanno manifestato più di una esitazione.
Hanno temporeggiato qualche momento davanti all’ufficio, forse ripassandosi il piano d’azione, quel tanto che è bastato per insospettire i presenti. E così nel giro di pochi minuti la maldestra irruzione è finita con le manette attorno ai polsi dei due rapinatori. Il fatto. Alle 8 in punto i dipendenti dell’ufficio postale alzano la saracinesca e si preparano a una nuova giornata di lavoro: accendono i computer, mettono denaro contante nelle casse degli sportelli e infine aprono ai primi clienti. Intanto, alcuni presenti, pare pensionati, notano lo strano comportamento di due ragazzi che camminano nervosamente davanti all’ingresso parlottando fra loro. Un atteggiamento decisamente sospetto, che induce qualcuno a chiamare il 112. Dopo cinque minuti i due ragazzi indossano dei passamontagna, entrano nell’ufficio, si avvicinano al bancone e minacciando la cassiera con un coltello le intimano di consegnare il denaro in cassa.
L’ufficio piomba nel silenzio. E proprio per questo si percepisce chiaramente l’avvicinarsi della pattuglia inviata dal comando dei carabinieri. I presenti percepiscono un velo di indecisione nei due e si fanno aggressivi. La reazione. L’attimo di incertezza è fatale al più giovane dei due, che praticamente viene bloccato dai militari ancora davanti alla cassiera, mentre il complice ha la prontezza di sgusciare fuori dall’ufficio prima di essere bloccato. Scatta la caccia: polizia e carabinieri blindano la Marina. Un giovane viene fermato a poche decine di metri dall’ufficio postale dagli uomini del tenente Emanuela Cervellara, da pochi giorni al comando del radiomobile vastese. Riconosciuto anche da un testimone, il 20enne ammette tutto e rivela il posto dove ha abbandonato il coltello ed il passamontagna.
Dopo le formalità di identificazione, su disposizione della Procura, i due vengono arrestati con l’accusa di tentata rapina. Mirko Bocola finisce nel carcere di Torre Sinello a disposizione della magistratura vastese. Il complice di 16enne parte sotto scorta per il carcere minorile di Ancona. Di lui si occuperà il tribunale per i minori dell’Aquila. Il precedente. Un anno fa, il 14 ottobre 2008, due giovani armati di pistola, il volto coperto con sacchetti di plastica scura, erano riusciti a portare via dalla filiale dell’ufficio postale di via Vespucci tremila euro, terrorizzando la direttrice e due dipendenti. Questa volta, l’intuito e la pronta reazione dei cittadini hanno mandato all’aria il colpo. L’accaduto ha sollevato inevitabilmente nuove polemiche sulle inadeguate misure di sicurezza dello sportello, forse anche troppo “attraente” per i malintenzionati anche a causa della posizione in cui è dislocato, vicino a strade di grande traffico.
Hanno temporeggiato qualche momento davanti all’ufficio, forse ripassandosi il piano d’azione, quel tanto che è bastato per insospettire i presenti. E così nel giro di pochi minuti la maldestra irruzione è finita con le manette attorno ai polsi dei due rapinatori. Il fatto. Alle 8 in punto i dipendenti dell’ufficio postale alzano la saracinesca e si preparano a una nuova giornata di lavoro: accendono i computer, mettono denaro contante nelle casse degli sportelli e infine aprono ai primi clienti. Intanto, alcuni presenti, pare pensionati, notano lo strano comportamento di due ragazzi che camminano nervosamente davanti all’ingresso parlottando fra loro. Un atteggiamento decisamente sospetto, che induce qualcuno a chiamare il 112. Dopo cinque minuti i due ragazzi indossano dei passamontagna, entrano nell’ufficio, si avvicinano al bancone e minacciando la cassiera con un coltello le intimano di consegnare il denaro in cassa.
L’ufficio piomba nel silenzio. E proprio per questo si percepisce chiaramente l’avvicinarsi della pattuglia inviata dal comando dei carabinieri. I presenti percepiscono un velo di indecisione nei due e si fanno aggressivi. La reazione. L’attimo di incertezza è fatale al più giovane dei due, che praticamente viene bloccato dai militari ancora davanti alla cassiera, mentre il complice ha la prontezza di sgusciare fuori dall’ufficio prima di essere bloccato. Scatta la caccia: polizia e carabinieri blindano la Marina. Un giovane viene fermato a poche decine di metri dall’ufficio postale dagli uomini del tenente Emanuela Cervellara, da pochi giorni al comando del radiomobile vastese. Riconosciuto anche da un testimone, il 20enne ammette tutto e rivela il posto dove ha abbandonato il coltello ed il passamontagna.
Dopo le formalità di identificazione, su disposizione della Procura, i due vengono arrestati con l’accusa di tentata rapina. Mirko Bocola finisce nel carcere di Torre Sinello a disposizione della magistratura vastese. Il complice di 16enne parte sotto scorta per il carcere minorile di Ancona. Di lui si occuperà il tribunale per i minori dell’Aquila. Il precedente. Un anno fa, il 14 ottobre 2008, due giovani armati di pistola, il volto coperto con sacchetti di plastica scura, erano riusciti a portare via dalla filiale dell’ufficio postale di via Vespucci tremila euro, terrorizzando la direttrice e due dipendenti. Questa volta, l’intuito e la pronta reazione dei cittadini hanno mandato all’aria il colpo. L’accaduto ha sollevato inevitabilmente nuove polemiche sulle inadeguate misure di sicurezza dello sportello, forse anche troppo “attraente” per i malintenzionati anche a causa della posizione in cui è dislocato, vicino a strade di grande traffico.