Codici: sul delitto l’ombra della droga
Il referente Alinovi: il Vastese afflitto dal traffico di stupefacenti, servono servizi mirati
VASTO. È sotto shock Nicoletta Del Vecchio. Pochi secondi di follia le hanno portato via i genitori e, quel che è peggio, il fratello minore, Marco, 37 anni è in carcere con l'accusa di duplice omicidio. «Non se la sente di parlare con nessuno. È distrutta», dice il suo avvocato, Gianni Menna.
Come lei molti altri parenti dei Del Vecchio. «È stato un colpo per tutti. Quando le agenzie di stampa hanno iniziato a diffondere la notizia ho pensato a un caso di omonimia. Poi, purtroppo, ho capito che le due vittime erano i miei zii», racconta il consigliere comunale del Psi, Corrado Sabatini, figlio di una cugina di Adele Tumini. «Zia Adele era una grande lavoratrice. Non meritava di morire così. Ancora adesso, nonostante non fosse più giovane, faceva le pulizie in diversi studi professionali e condomini. Non si tirava mai indietro. Lo zio Emidio, invece, era un abile artigiano. Lui realizzava calzature a mano. Era abilissimo. Negli ultimi tempi l’operazione al femore aveva limitato i suoi movimenti ma lui, gioviale ed estroverso, cercava di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Quando parlava di Marco, però, si rattristava. Era un dolore per lui non vedere il figlio minore sistemato come gli altri due. Osvaldo lavora a Bologna e Nicoletta fa la parrucchiera a Vasto. Sono entrambi molto addolorati per quello che è accaduto», commenta Sabatini.
Come era prevedibile la vicenda ha rinfocolato le polemiche in città sul dilagare della droga e sulla necessità di aumentare i controlli di prevenzione. «Abbiamo segnalato il problema da mesi», dicono i residenti di via Roma. «Non si può più fare finta di niente», scrive Riccardo Alinovi, referente dell’associazione Codici in un documento inviato all’amministrazione comunale. «La verità è che il Vastese, ormai, è afflitto dai traffici di droga. La droga pare essere la causa dell’omicidio di San Salvo. Ora sul duplice omicidio di via Anghella aleggia ancora l’ombra della droga. Nessuno si sente più al sicuro. Servono servizi mirati, blitz a sorpresa. È necessario tornare a segnalare gli assuntori al prefetto e risalire attraverso loro ai fornitori. I cittadini possono fare tanto segnalando subito alle forze dell’ordine movimenti strani nei loro quartieri, pusher e presunti grossisti». (p.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA