Comune Chieti, Di Paolo non è più vice sindaco
Di Primio: il suo atteggiamento irresponsabile ha dissolto il rapporto di fiducia e danneggiato la città, ll leader di Giustizia sociale punito per le picconate contro i dirigenti comunali e i compensi ai politici
CHIETI. Il sindaco revoca, su pressione dell’intera maggioranza di centrodestra, la carica di vice sindaco a Bruno Di Paolo. Il leader di Giustizia sociale, nelle prossime ore, potrebbe perdere anche la delega di assessore agli affari cimiteriali venendo estromesso del tutto, così, dalla giunta comunale. «Si è reso protagonista di un atteggiamento irresponsabile in un momento delicato per la città. Il nostro rapporto di fiducia» spiega il sindaco «è venuto meno». La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata la scorsa settimana quando il vice sindaco ha manifestato l’intenzione di dimezzarsi lo stipendio puntando il dito sui costi della politica teatina.
«Il vice sindaco ha compiuto un macroscopico errore di valutazione, politico e amministrativo. E’ impossibile definire stipendi d’oro» attacca Di Primio «quelli percepiti mensilmente dai consiglieri e dalla giunta comunale. Peraltro, quest’anno, i costi della politica a Chieti sono stati diminuiti del 30% rispetto all’anno scorso e sono scesi del 40% nel confronto con la vecchia amministrazione comunale. Di Paolo ha fatto solo propaganda». Anche perché, ricorda il sindaco, il fondatore di Giustizia sociale, partito con un largo seguito in città, ha percepito in passato lauti stipendi dalla politica. «Quando era consigliere regionale» sottolinea Di Primio « guadagnava 105 mila euro l’anno. Adesso non può scandalizzarsi per i 400 euro mensili incassati, al massimo, da un consigliere comunale. Le sue dichiarazioni hanno creato un danno alla città perché hanno fomentato la gente contro la politica». L’ormai ex vice sindaco, che già nei mesi scorsi aveva perso la delega al personale dopo alcune invettive contro dirigenti e impiegati del Comune, viene tacciato di aver prodotto poco o nulla in due anni e mezzo di governo cittadino. «Quando aveva la delega al personale non evidenziò gli errori procedurali compiuti dal settore che dimenticò di bandire prima del concorso un avviso di mobilità mentre» aggiunge il sindaco «non ancora si vedono atti concreti sul cimitero».
L’ultima delega che Di Paolo potrebbe perdere a breve. E’ quanto hanno chiesto a gran voce i partiti di maggioranza che vogliono il leader di Giustizia sociale fuori dalla giunta. Dove, di conseguenza, si innescherebbero una serie di cambiamenti. Intanto è tornato in sella, Domenico Di Fabrizio che ha riconquistato la delega allo Scalo tolta dal sindaco due mesi fa. Qualora Di Paolo uscisse dalla giunta potrebbe essere sostituito da Gianni Di Labio. L’epurazione di Di Paolo condivisa da centrodestra e centrosinistra, potrebbe però lasciare perplessa l’opinione pubblica. Perché punire così duramente un politico che ha avuto il solo torto di volersi dimezzare lo stipendio?
Jari Orsini
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