Concessi gli arresti domiciliari all’ex agente di custodia

4 Giugno 2013

VASTO. È tornato a casa Massimo Benedetti. L’avvocato Massimiliano Baccalà, difensore dell'ex agente di custodia arrestato un anno e mezzo fa alle porte di Brescia con 70 chilogrammi di droga, è...

VASTO. È tornato a casa Massimo Benedetti. L’avvocato Massimiliano Baccalà, difensore dell'ex agente di custodia arrestato un anno e mezzo fa alle porte di Brescia con 70 chilogrammi di droga, è riuscito ad ottenere la revoca della custodia cautelare in carcere.

«Benedetti ha ottenuto gli arresti domiciliari e ha lasciato il carcere di Santa Maria Capua Vetere», conferma l’avvocato Baccalà. Anche la sentenza del processo d’appello è stata più mite. La pena di 6 anni inflitta in primo grado è stata ridotta di sei mesi. Il difensore è soddisfatto. La pubblica accusa a gennaio chiese sette anni di carcere.

«A rendere più delicata la posizione del mio cliente è stata la sua reazione alla vista del posto di blocco sull’autostrada, un aspetto sul quale si è più volte soffermato il Pm», spiega il difensore.

Nel corso dell’arringa l’avvocato ha convinto i giudici dell’inesistenza del pericolo di reiterazione del reato. Dopo diciotto mesi le porte del carcere si sono quindi aperte per l’ex agente di polizia penitenziaria.

La disavventura giudiziaria di Benedetti iniziò il 20 novembre 2011. L’uomo fu bloccato dalla polizia stradale di Cremona sull’autostrada A21 con il bagagliaio dell’auto carico di 77 confezioni di marijuana. Secondo i magistrati lombardi la droga trovata a Benedetti proveniva dal Vastese ed era destinata a rifornire il mercato lombardo nel fine settimana. L’ex agente aggravò la sua posizione forzando il posto di blocco e tentando di speronare l’auto della polizia che lo inseguiva. Non riuscì tuttavia ad andare lontano. Arrestato e trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a gennaio 2013 fu processato dal tribunale di Brescia con il rito abbreviato e condannato a 6 anni di reclusione e 20 mila euro di ammenda. Il difensore ha presentato appello contro la sentenza ritenendola troppo severa.

«Il mio cliente è stato dipinto come un elemento di spicco del traffico di droga in Lombardia. Non è affatto così», ha ripetuto ieri l’avvocato. Benedetti ora sconterà a domicilio la pena residua. (p.c.)

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