Consorzio di bonifica Gli agricoltori contestano la gestione

Coldiretti, Cia e Copagri: «Ente commissariato dalla politica Si rischia l’emissione di nuove bollette per pagare i debiti»

VASTO. Una deputazione amministrativa monca, formata da soli cinque consiglieri di nomina politica, dipendenti senza stipendi da mesi, immobili ipotecati in favore di istituti bancari e una situazione finanziaria disastrosa. Continua a essere allarmante la situazione al Consorzio di bonifica Sud dove nelle scorse settimane è stato rimosso dall’incarico il presidente del collegio sindacale, Raffaele Felice. Il professionista aveva consegnato un dossier alla Procura. Le organizzazioni agricole, che hanno presentato una richiesta di audizione al presidente della commissione regionale di vigilanza per esprimere la loro posizione, tornano a segnalare «l’insostenibile e illegittima situazione dell’ente consortile».

«Rispetto ai 13 consiglieri, di cui 8 in rappresentanza dei consorziati, l’ente è amministrato esclusivamente dai cinque consiglieri di nomina politica in barba al principio di autogoverno degli agricoltori», affermano Coldiretti, Cia e Copagri, «nei fatti si è in presenza del commissariamento da parte della politica a fronte di una situazione finanziaria di estrema gravità: mancano i bilanci di previsione 2012 e 2013, il servizio di tesoreria, il personale dipendente è senza stipendio da mesi e gli immobili sono stati ipotecati in favore di banche col rischio della paventata emissione di un ruolo straordinario a carico degli utenti». Le associazioni di categoria che «non hanno condiviso il metodo che ha caratterizzato e caratterizza la gestione del consorzio, ribadiscono con forza la distanza dall’attuale illegittima gestione, fatta da comportamenti inaccettabili e oltre ogni limite».

Nel ribadire l’importanza dello strumento consortile per l’agricoltura e il territorio, Cia, Coldiretti e Copagri ricordano che «la mancata collegialità, la violazione delle norme statutarie, il non rispetto delle volontà espresse dai rappresentanti del mondo agricolo sono stati i motivi che hanno indotto questi ultimi a dimettersi dall’ente e le reiterate richieste delle organizzazioni finalizzate al ripristino delle regole democratiche e dell’autogoverno degli agricoltori ed al rispetto delle norme sono, finora, rimaste inevase». Anna Bontempo

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