Coveri ora chiede i risarcimenti
L’azienda a caccia di chi ha fornito la falsa notizia dell’apertura dello stabilimento a Punta Penna
VASTO. È caccia aperta al venditore di notizie false che ha fatto illudere centinaia di lavoratori e infuriare i responsabili del brand Enrico Coveri. L’azienda ha confermato ieri di avere incaricato un pool di legali di occuparsi della spiacevole vicenda che ha avuto al centro l’azienda milanese. Lunedì mattina una nota stampa su carta intestata alla Coveri, annunciava l’avvio a Punta Penna di un’attività produttiva che avrebbe portato benefici e posti di lavoro. I particolari sarebbero stati forniti in una conferenza stampa in programma questa mattina. In serata la secca smentita di Enrico Coveri. Qualche ora dopo un’altra nota partita dall’Abruzzo annunciava: “Per problemi di comunicazione interni all’azienda Coveri, siamo costretti ad annullare la confereza prevista per il 14 maggio a Vasto. Faremo chiarezza sulla questione dell’insediamento industriale nei prossimi giorni». E da Milano è arrivata un’altra smentita. «Non c'è alcun bisogno di fare chiarezza e nessun problema di comunicazione interna. Non possiamo che ripetere la totale estraneità alle notizie apparse in rete con il riferimento ad iniziative industriali a Vasto e in altre zone con riferimento a calzaturifici».
Coveri ha ribadito che non è in corso alcun progetto di aperture industriali nè nel territorio di Vasto, nè altrove e confermato di non avere autorizzato alcuna pubblicità su tali progetti e nessuna conferenza stampa. La dottoressa Elisa Marano, autorizzata a parlare con la stampa della spiacevole vicenda, ha quindi ribadito azioni risarcitorie e soprattutto la necessità di fare chiarezza sulla vicenda risalendo ai responsabili dell’accaduto per evitare antipatiche emulazioni o repliche.
Il logo utilizzato per il comunicato pare sia stato estrapolato da Internet. I legali della Coveri stanno cercando di sapere chi ha affittato la sala in cui si sarebbe dovuta tenere la conferenza stampa e chi sarebbe stato il relatore e infine chi ha elaborato la nota stampa e perché. Il sospetto è che si sia trattato del maldestro tentativo di fare pubblicità elettorale a qualche candidato. Ma se così fosse resta da scoprire a chi e perché.
Sono tanti i particolari da chiarire. La brand Coveri è decisa ad andare a fondo. Facile immaginare lo sconcerto e la delusione di tanti lavoratori (compresi i lavoratori dell’area industriale della Val Sinello) che speravano in una opportunità occupazionale.
La notizia falsa è parsa credibile perché la zona prescelta appariva ideale. L’insediamento possibile, visto che a Punta Penna ci sono molti capannoni inutilizzati. La nuova vitalità del porto, poi, rendeva ancora più credibile la scelta di Vasto da parte del gruppo Coveri. «Possiamo immaginare quanto siano dispiaciuti tutti coloro che speravano in un nuovo sito produttivo e spiace anche a noi per loro. Da parte della Coveri, tuttavia, non c’è alcuna intenzione di aprire siti produttivi», commentano da Milano. L’azienda comunque assicura che non appena sarà fatta chiarezza, la vicenda verrà spiegata e i nomi di eventuali responsabili saranno resi noti.(p.c.)
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