Crac milionario, a giudizio presidente de La Giulianese
Bancarotta fraudolenta, evasione, falso e appropriazione indebita La fabbrica di marmellata sotto inchiesta dopo la denuncia di un socio
CHIETI. A tre anni dal primo atto di indagine sarà processato il primo ottobre per un crac di 6 milioni e mezzo, false fatturazioni per operazioni inesistenti, libri contabili non veritieri, indebita percezione di fondi statali e non da ultimo evasione fiscale, sono le accuse nei confronti di Antonio Profeta, 55 anni, di Giuliano Teatino, presidente della cooperativa La Giulianese, una volta fiorente fabbrica di marmellata, finita prima in liquidazione coatta amministrativa eppoi nel crac per la gestione disinvolta dei vertici della cooperativa.
La decisione è stata presa ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari. Il rinvio a giudizio è stato chiesto dalla procura rappresentata dal sostituto procuratore Giuseppe Falasca.Lungo il capo d imputazione nel quale si parla di debiti milionari, quelli accertati, coperti con prestiti bancari i cui fideiussori sono stati i soci della cooperativa.
Insieme a Profeta dovrà presentarsi davanti ai giudici è Antonio Marciano, legale rappresentante della Delta Service (azienda di macchinari alimentari) nato in Francia, irreperibile dal 2010, quando la procura di Chieti iniziò le indagini. Marciano, secondo l’accusa, si sarebbe prestato a vendere fittiziamente macchinari per fare la marmellata, pagati da Profeta con fondi avuti dallo Stato, consentendo la falsa annotazione nella contabilità della cooperativa. Marciano, secondo l’accusa, si adoperò in seguito a restituire le somme di denaro che l’acquirente (società di leasing e Fira) aveva corrisposto per gli acquisti fittizi e che venivano fatte proprie da Profeta in modo da consentirgli di entrare indebitamente in possesso dei soldi.
A rispondere solo di false fatturazioni per vendita fittizia di frutta fresca da trasformare in confettura è Pino Donato La Monaca, 46 anni, di San Giovanni Teatino: Comportamento che avrebbe consentito alla Giulianese di evadere le tasse. Solo di falso dovrà rispondere Nevio Di Costanzo che in qualità di revisore per le cooperative dichiarava che «il giudizio conclusivo sulla coop non porta a considerazioni negative».
Il caso è finito sul tavolo della magistratura dopo la denuncia di un socio della coop Antonio Di Cintio, anche questi di Giuliano Teatino, quando le banche che prima avevano erogato finanziamenti a La Giulianese avevano chiesto agli ignari fideiussori, soci della cooperativa, la restituzione di milionarie somme di denaro. Il presidente della cooperativa agli investigatori risultava nullatenente.
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