Debiti del Consorzio all’asta la sede dell’ente montano
Palena, il Bonifica Sud vende il palazzo in uso alla Comunità Diffida del sindaco: sono comunali i terreni dell’edificio
PALENA. Per fare cassa il Consorzio di bonifica Sud, con sede a Vasto, mette all’asta la sede della Comunità montana “Aventino Medio Sangro”. Succede a Palena, dove lo sconcerto è generale visto che all’ente montano sostengono di avere saputo della vicenda solo leggendo l’avviso del bando, scaduto ieri, pubblicato su un quotidiano. L’asta si tiene domani, alle 10, nella sede del Consorzio. Da qui una sequela di diffide, ricorsi e lettere di avvocati inviate anche alla Procura di Vasto.
L’asta. L’intento del Consorzio di bonifica non fa una grinza: vendere l’immobile di località Quadrelli, a sud del centro storico di Palena, per ripianare i debiti accumulati in questi anni. Il prezzo dell’edificio è stimato dall’Agenzia del territorio della provincia di Chieti in 815 mila euro. L’area del fabbricato è di 6.898 metri quadrati.
I problemi. Sono due. Il primo: l’immobile è oggetto di una causa che pende al tribunale civile di Chieti al quale il Consorzio di bonifica ha chiesto il trasferimento della proprietà dell’edificio proprio alla Comunità montana e al Comune di Palena. Il secondo: quell’immobile è stato costruito su terreni con l’uso civico, per i quali il Comune, nel 2008, ha chiesto e ottenuto dalla Regione lo sgravio dall’elenco dei suoli di natura demaniale civica e l’iscrizione degli stessi terreni tra i propri beni patrimoniali. Di conseguenza, visto che è diventato proprietario dei terreni, il Comune, per effetto della principio di accessione, si ritiene giuridicamente proprietario anche dell’edificio che sorge sopra.
Il Comune. Per il sindaco, Domenico Parente, che ha inviato una diffida al Consorzio con l’avvocato Marta Fiorella Rapa, l’eventuale atto di vendita del fabbricato oltre che essere posto in mala fede, sarebbe anche nullo perché riguardante un suolo ancora catastalmente demaniale. Quindi l’invito a sospendere il procedimento di vendita e a rinunciare al trasferimento dell’immobile perché la Bonifica non ne avrebbe la proprietà legale. Non solo: sempre per il sindaco la condotta del Consorzio sta determinando gravi danni al Comune che si riserva di agire in giudizio per il risarcimento.
Il giudizio civile. La citazione davanti al tribunale di Chieti è stata promossa nel 2009 dal Consorzio contro ente montano e Comune per chiedere il trasferimento di quel fabbricato ai due enti in virtù di un accordo, che risale al 1999, per il prezzo di 284.051,29 euro; di condannare i due enti al pagamento della stessa somma e di altri 145.327,77 euro pari, per ciascuno di essi, al 50% del canone di affitto dell’edificio per 114 mensilità fino a dicembre 2009 con tanto di interessi.
La Comunità montana. «L’asta è un fatto incredibile», commenta Antonio Innaurato, presidente dell’ente montano assistito nella diffida dall’avvocato Gianfranco Di Iorio, «visto che è in corso anche il giudizio davanti al tribunale di Chieti con il quale il Consorzio di bonifica chiede una sentenza di trasferimento dell’edificio alla Comunità e al Comune. Mi chiedo, vistp il bando in corso, quale sia la regia di questa azione e dove si voglia andare a parare».
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