Di Lorenzo: vince solo chi sa innovare
«Troppe tasse, ma le paghino tutti». Imprese con un «braccio legato»
CHIETI. Troppe tasse, che tuttavia dobbiamo far pagare a tutti. Servizi spesso da bocciare. Un sistema produttivo che vince quando sa innovare molto, ma la ripresa economica che è tangibile è fragile «e si spegnerà rapidamente se saremo lasciati soli, se non saranno rimosse le tante, tantissime anomalie che ci costringono a competere con un braccio legato dietro la schiena». Le metafore di Silvio Di Lorenzo, presidente della Confindustria teatina, rendono bene l’idea di un’imprenditoria che tira ma non come vorrebbe e sarebbe necessario.
Il vice presidente di Honda Italia e direttore dello stabilimento di Piazzano di Atessa ieri sera ha celebrato il primo compleanno al vertice di Assindustria con una lunga relazione non priva di accenti critici e autocritici. Sottolineando alcuni aspetti che sono uno dei suoi cavalli di battaglia: «Ci troviamo di fronte a 3 emergenze. I ragazzi non si iscrivono più agli istituto tecnici, i giovani che scelgono le lauree scientifiche sono la metà rispetto ai grandi paesi europei e i dirigenti scolastici non possono scegliere i docenti». Il pallino della formazione che vuol dire investimenti si riflette nei primi passi di un campu tecnologico avviato senza l’aiuto delle università abruzzesi.
E dopo aver stangato il governo sull’eccessivo carico fiscale nonostante non ci siano soldi «da investire in infrastrutture, ricerca, education, nei servizi pubblici essenziali e manchino persino le risorse per garantire adeguatamente la sicurezza, continuiamo a non tagliare sprechi e privilegi. Fino all’assurdo dell’addizionale Irap con cui togliamo soldi alle imprese per premiare le regioni che amministrano peggio». Una penalizzazione per chi fa impresa in Italia, un favore di chi produce all’estero e vende in Italia. «La pubblica amministrazione si deve aprire alla concorrenza e al merito, premiando e pagando meglio chi lavora ed è capace». Un bel problema con i sindacati che nel pubblico impiego sono legati a schemi anacronistici che tutelano solo chi evita il lavoro. Per essere «europei non solo a parole» è necessario «restituire alle relazioni industriali un ruolo vero nel governo dell’economia. Possiamo farlo ora che siamo in fase di ripresa e possiamo farlo di comune accordo con il sindacato. Serve uno scatto in avanti, servono riforme innovative».
Quanto alle pensioni Di Lorenzo vorrebbe che tutti lavorassero senza limiti di età e la legge Biagi che esalta il precariato per lui «va completata, non certo ridotta». Quanto al sindacato se vuole essere «classe dirigente non dice sempre no e sa valutare i veri interessi dei lavoratori di oggi e domani». I numeri. Bene le esportazioni in aumento del 5,5% in regione grazie soprattutto al contributo della provincia di Chieti, il comparto pubblico è incerto per le scarse risorse. Ma nel 2006 il Chietino ha avuto un andamento contraddittorio: benissimo nel primo semestre, male nel secondo. E resta il problema dell’energia: costa troppo e le interruzioni sono tante.
Il vice presidente di Honda Italia e direttore dello stabilimento di Piazzano di Atessa ieri sera ha celebrato il primo compleanno al vertice di Assindustria con una lunga relazione non priva di accenti critici e autocritici. Sottolineando alcuni aspetti che sono uno dei suoi cavalli di battaglia: «Ci troviamo di fronte a 3 emergenze. I ragazzi non si iscrivono più agli istituto tecnici, i giovani che scelgono le lauree scientifiche sono la metà rispetto ai grandi paesi europei e i dirigenti scolastici non possono scegliere i docenti». Il pallino della formazione che vuol dire investimenti si riflette nei primi passi di un campu tecnologico avviato senza l’aiuto delle università abruzzesi.
E dopo aver stangato il governo sull’eccessivo carico fiscale nonostante non ci siano soldi «da investire in infrastrutture, ricerca, education, nei servizi pubblici essenziali e manchino persino le risorse per garantire adeguatamente la sicurezza, continuiamo a non tagliare sprechi e privilegi. Fino all’assurdo dell’addizionale Irap con cui togliamo soldi alle imprese per premiare le regioni che amministrano peggio». Una penalizzazione per chi fa impresa in Italia, un favore di chi produce all’estero e vende in Italia. «La pubblica amministrazione si deve aprire alla concorrenza e al merito, premiando e pagando meglio chi lavora ed è capace». Un bel problema con i sindacati che nel pubblico impiego sono legati a schemi anacronistici che tutelano solo chi evita il lavoro. Per essere «europei non solo a parole» è necessario «restituire alle relazioni industriali un ruolo vero nel governo dell’economia. Possiamo farlo ora che siamo in fase di ripresa e possiamo farlo di comune accordo con il sindacato. Serve uno scatto in avanti, servono riforme innovative».
Quanto alle pensioni Di Lorenzo vorrebbe che tutti lavorassero senza limiti di età e la legge Biagi che esalta il precariato per lui «va completata, non certo ridotta». Quanto al sindacato se vuole essere «classe dirigente non dice sempre no e sa valutare i veri interessi dei lavoratori di oggi e domani». I numeri. Bene le esportazioni in aumento del 5,5% in regione grazie soprattutto al contributo della provincia di Chieti, il comparto pubblico è incerto per le scarse risorse. Ma nel 2006 il Chietino ha avuto un andamento contraddittorio: benissimo nel primo semestre, male nel secondo. E resta il problema dell’energia: costa troppo e le interruzioni sono tante.