CHIETI
Di Primio va sotto ancora, la farmacia comunale non si vende più
Finisce 16-15 per l'opposizione il voto sulla cessione dell'attività di Filippone ai privati per 1,3 milioni. Gli assessori Viola e Bevilacqua rimettono le deleghe al sindaco. La minoranza: "Ora Di Primio si dimetta"
CHIETI. E' finito 16-15 per l'opposizione il Consiglio comunale che avrebbe dovuto decidere sulla vendita della farmacia comunale di Filippone a 1,3 milioni di euro. La maggioranza di centrodestra è andata sotto e adesso la crisi nell'amministrazione Di Primio diventa sempre più grave. A votare contro sono stati i ribelli del centrodestra _ Stefano Rispoli e Mario Troiano, ex di Forza Italia passati al gruppo misto, Mario De Lio e Roberto Melideo dell’Udce _ e la minoranza al completo mentre si è astenuto l'altro dissidente, il consigliere della Lega Diego Costantini, e la consigliera di Forza Italia Elisabetta Fusilli è stata assente al momento del voto per incompatibilità. Dall'opposizione, al termine della seduta, sono volati applausi ironici verso il centrodestra e immediata è partita la richiesta di dimissioni del sindaco: "Il sindaco non ha più i numeri per governare, vada a casa", questa la richiesta. Per Di Primio è il terzo passo falso in tre Consigli comunali decisivi. Dopo il voto negativo del consiglio, il centrodestra si è chiuso in riunione: al termine del faccia a faccia, gli assessori Antonio Viola (Udc) e Alessandro Bevilacqua (Lega) hanno rimesso le deleghe al sindaco: "Esprimiamo grande rammarico, profonda delusione e grande preoccupazione per le sorti della città", recita una lettera dei consiglieri di maggioranza fedeli a Di Primio.
Ma, oltre ai venti di crisi, in Comune si allunga lo spettro del dissesto: la dismissione della farmacia era la manovra più importante per fare cassa dopo i richiami della Corte dei conti. Secondo i dati del Comune, delle tre farmacie pubbliche aperte in città, quella di Filippone incassa meno delle altre (via Casoli a Chieti Scalo e al Tricalle): 985.545 euro di vendite all'anno a fronte di 1.888.765 euro allo Scalo e 1.437.540 al Tricalle.
La prima reazione è quella di Enrico Raimondi (L'Altra Chieti): "L’arroganza del sindaco è stata punita. La proposta di vendere la farmacia di Filippone, che il sindaco ha dichiarato essere una scelta strategica, è stata bocciata dal consiglio comunale. Le opposizioni, compatte, insieme ad alcuni consiglieri di maggioranza, hanno impedito l’ennesimo tentativo di fare cassa sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori. Il sindaco", dice Raimondi, "prendesse atto che è terminata la sua esperienza amministrativa e consentisse ai chietini di scegliere una amministrazione in grado di risanare il bilancio dell’ente e di rilanciare una città che soffre da troppo tempo per la sua incapacità amministrativa". "Oggi prendiamo atto che il sindaco non ha più né la maggioranza né il sostegno politico della città", dice il Bruno Di Paolo, "con la sconfitta di oggi sono i rappresentanti della città che lo hanno bocciato. A questo punto vada a rassegnare le dimissioni». Per Alessandro Marzoli (Pd), "la risposta della città è che questo provvedimento era una scelta sbagliata nel merito e nel metodo ed è un provvedimento dannoso". "Stigmatizziamo il comportamento della Lega che nonostante abbia sempre dichiarato contrarietà alla vendita della farmacia, oggi si è astenuta dimostrando di non avere il coraggio di votare contro", dice Ottavio Argenio del M5S. "Abbiamo evitato la vendita della farmacia", dice Luigi Febo di Chieti per Chieti, "e mi auguro che si riesca a rivedere anche la trasformazione in una srl di Chieti Solidale. Oggi sono le farmacie a dare ossigeno sia a Chieti Solidale che al Comune e riusciamo a mantenere in piedi un'azienda che è il fiore all'occhiello della nostra città".
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