Di Savoia, il Comune e la Provincia contro la preside: «Fa allarmismo»

14 Ottobre 2024

La dirigente chiede al sindaco di sospendere le lezioni per due giorni: «Ci sono problemi di sicurezza»  Ferrara: «Non è di mia competenza». Di Pasquale attacca: «Ingerenze di Angeloni ai limiti del lecito»

CHIETI. Primo step della demolizione della scuola al via da oggi, ma all’istituto superiore Luigi di Savoia (ex Itis) è scontro tra istituzioni. Da una parte la preside Grazia Angeloni, preoccupata per la sicurezza; dall’altra il Comune che rifiuta di chiudere la scuola per due giorni, come chiesto dalla preside, e la Provincia, che non ha nessuna intenzione di fermare il cantiere. In mezzo, gli studenti che oggi hanno deciso di andare a scuola, ma già domani potrebbero dichiarare sciopero.
VIE DI FUGA E ANTINCENDIO
La preside scrive molte lettere alla Provincia, responsabile dell’immobile, sollevando diversi problemi. I principali riguardano criticità per le vie di fuga e il sistema antincendio. Ma su entrambe le questioni il dirigente della Provincia Nicola Pasquini rassicura la dirigente e, in una lettera scritta sabato scorso, in risposta alla preside, comunica «che a parere di questo ufficio non vi sono le condizioni per una sospensione dei lavori, i quali sono in ritardo sul cronoprogramma di esecuzione». Non riuscendo a far fermare il cantiere, Angeloni chiede al Comune di chiudere la scuola per due giorni (oggi e domani), ma l’attesa ordinanza di chiusura non arriva. «Non è assolutamente di mia competenza prendere una decisione sulla chiusura o meno della scuola», risponde a riguardo il sindaco Diego Ferrara, «peraltro, a parte la richiesta della preside Angeloni, non ho ricevuto alcuna comunicazione né parte dell’Ufficio scolastico regionale, né di quello provinciale. Al contrario la Provincia, che ha la responsabilità sull’istituto, ha messo nero su bianco che le condizioni di sicurezza sono rispettate e non c’è alcun pericolo per i ragazzi».
SCONTRO ISTITUZIONALE
A rincarare la dose ci pensa la consigliera provinciale delegata alle scuole Silvia Di Pasquale: «È una vicenda che mi rammarica molto. Stiamo assistendo a continui tentativi di boicottare l’inizio dei lavori. Si stanno strumentalizzando i ragazzi, che adesso saranno incentivati a fare manifestazioni e scioperi e, cosa ancora più grave, si è palesata la volontà di fare emergere problemi di sicurezza che, in realtà, non ci sono». Di Pasquale attacca direttamente la dirigente: «La preside si sta rendendo protagonista di ingerenze ai limiti del lecito e che potrebbero configurare anche un procurato allarme. Io invito tutti a ripristinare la calma, a moderare i toni e ad agire ognuno secondo le proprie competenze. Allarmismi come quelli che sono stati fatti negli ultimi giorni creano solo angoscia e paura nei genitori che non hanno motivo di esistere: si sta montando un pandemonio che non sta né in cielo, né in terra. La preside pensasse a dirigere la sua scuola e non a ostacolare l’inizio del cantiere, perché le figure deputate a garantire la sicurezza stanno agendo con scrupolo. Se poi Angeloni non vuole far partire l’appalto, lo dicesse chiaramente e ognuno si prenderà le sue responsabilità. Qui si sta facendo demagogia su un appalto pubblico di svariati milioni di euro, senza considerare che, qualora i lavori non terminassero in tempo, si dovrebbero restituire i fondi. Se poi la preside, per un eccesso di zelo, vuole chiudere la scuola, concordasse le decisioni da prendere con l’Ufficio scolastico e non certo coinvolgendo il sindaco».
GLI STUDENTI
«Lunedì andiamo a scuola e poi penseremo a cosa fare il giorno dopo», dice Ernesto Agostinelli, rappresentante di istituto insieme ad Alice Caramanico e Ascanio D’Amicodatri. «Certo, la situazione è difficile. Da tempo abbiamo sollevato il problema del sistema antincendio che non funziona: ci hanno detto che lo risistemavano subito e, invece, non è successo nulla. I problemi di convivenza con il cantiere ci sono: qualche giorno fa, ad esempio, abbiamo avvertito un intenso odore di gas e poi abbiamo scoperto che c’era stata una rottura di una tubatura nel cantiere».