Don Camillo è monsignore Forte scherza sull’altare

9 Maggio 2014

Prima mette la sua papalina al sacerdote, poi gli insegna a benedire Gli applausi dei fedeli e le campane a festa accolgono l’annuncio in chiesa

CHIETI. Chiesa della Santissima Trinità gremita e campane a festa. Don Camillo Cibotti, 59 anni, lascerà presto la sua parrocchia per diventare il pastore d’anime della diocesi di Isernia-Venafro. «Una grande gioia per tutti noi», commenta un gruppo di fedeli sul sagrato della chiesa, «ma anche un piccolo dolore per la perdita di una guida spirituale che ci ha accompagnato per tanti anni con amore e comprensione lungo un cammino di fede non sempre facile da percorrere». La celebrazione della messa officiata insieme con l’arcivescovo Bruno Forte è prevista per le 12, ma i fedeli hanno preso posto un’ora prima per recitare il santissimo rosario. Di tanto in tanto i parrocchiani aggiungono nuovi banchi, ma sono davvero tante le persone che vogliono partecipare alla messa e ascoltare in prima persona l’annuncio di «don Camillo vescovo». Tra la folla il sindaco di Casalbordino Remo Bello.

Scoccano le 12 e monsignor Forte con don Cibotti lasciano la sagrestia. Il clima è festoso. I sorrisi sembrano illuminare ancor più del sole la chiesa pullulante di persone. Un fragoroso applauso chiude l’annuncio di monsignor Forte: don Camillo Cibotti vescovo, per volontà di papa Francesco, della diocesi di Isernia -Venafro». «Un applauso così vigoroso richiederebbe un bis che però non posso concedervi» dice don Cibotti. Tutti ridono, compreso l’arcivescovo Forte. La sua è una felicità incontenibile. Così mentre l’ex parroco parla ai fedeli del suo nuovo incarico nel Molise monsignor Forte, alle sue spalle, si toglie la papalina e la posa con delicatezza sul capo di don Camillo. Ancora risate fragorose in un clima sempre più gioioso.

«Vi chiedo di pregare per me» aggiunge il neo vescovo mentre si appresta a celebrare messa con monsignor Forte. Una delle ultime che celebrerà nella sua amata parrocchia. Una consapevolezza che lascia scorrere qualche lacrima nel momento più solenne della celebrazione eucaristica. La messa è quasi finita, ma l’arcivescovo Forte al commiato finale torna a rallegrare l’umore dei fedeli. Improvvisandosi «maestro» spiega a don Cibotti come si impartisce la benedizione non più come parroco, ma come vescovo.

«Inizierò la mia missione episcopale incontrando, a distanza di sola una settimana dal mio ingresso ufficiale in diocesi, il successore di Pietro» assicura monsignor Cibotti, che prenderà possesso della diocesi il 28 giugno, e che accoglierà proprio nella sua nuova terra di missione Papa Francesco il 5 luglio prossimo. «Quel giorno avere tra di noi Papa Francesco, che è amato come il parroco del mondo, ma soprattutto incontrarlo» aggiunge il nuovo vescovo «è per me un insegnamento da cogliere, una direzione da seguire. Nel mio episcopato seguirò il suo esempio è sarò sempre vicino alla gente, per ascoltarla e parlare con loro. Voglio essere un padre per la mia Chiesa diocesana riassumendo il ruolo di parroco e di popolo di Dio». Per monsignor Cibotti, papa Francesco è il modello di una nuova evangelizzazione, non solo per i vescovi e i sacerdoti, ma anche per tutto il popolo di Dio perchè «Lui insiste molto sulla nuova evangelizzazione per vivere in autenticità la propria vita, per donarsi a Cristo». Il neo vescovo di Isernia-Venafro annuncia che ha già scelto il motto del suo episcopato: «Non tibi si grave dicere Mater ave». «Voglio dire non aver paura di rivolgerti alla Madre, non aver paura di chiamare Maria in tuo aiuto» spiega ancora monsignor Cibotti.

«La nostra Chiesa rende grazie al Signore e al Papa» afferma padre Bruno nel commentare la decisione del Pontefice «sono lieto e fiero della scelta, nella convinzione che un uomo di fede, ricco di carità pastorale, come monsignor Cibotti sarà vero Padre e Pastore per quanti Dio ha voluto affidargli attraverso la scelta del successore di Pietro. Ci mancherà» conclude Forte «ma è un sacrificio che dobbiamo affrontare per amore di Dio».

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