Due arrestati per spaccio restano in carcere

6 Giugno 2013

Operazione Alba: il giudice respinge le richiesta di remissione in libertà Investigatori pronti ad ascoltare le persone indicate nel taccuino sequestrato

VASTO. Il Gip del tribunale di Vasto, Caterina Salusti, ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori di M.L.G., 46 anni, e G.G., 26 anni. I due uomini arrestati sabato dai carabinieri sono accusati di spaccio di sostanze stupefacenti. A casa del più giovane gli investigatori hanno trovato cocaina e hascisc. A mettere nei guai M.L.G. è stata invece una telefonata. Ed è probabile che sempre da una telefonata abbia preso le mosse l’operazione “Alba” , come è stata ribattezzata dagli investigatori per gli arresti scattati al mattino presto. Esattamente come era accaduto per l’operazione “Tramonto” che portò in carcere 43 persone.

Le nuove tecniche investigative hanno dato nuovi frutti permettendo ai carabinieri di arrestare due persone in flagranza di reato (una però si è dichiarata semplice consumatore) e sequestrare diversi grammi di cocaina e hascisc, oltre ad un block notes pieno di indicazioni. I nomi annotati su quel taccuino corrispondono forse ad altrettanti consumatori. Questo è un aspetto sul quale si stanno appuntando le indagini nelle ultime ore.

L'attività investigativa è concentrata sulla città. È probabile che le persone indicate sull’agenda vengano ascoltate dai magistrati. Quello che interessa maggiormente agli investigatori è risalire ai corrieri della droga e ai capizona.

L’inchiesta ha scosso nuovamente la città, rivelando scenari impensati. Per questo a distanza di giorni l’operazione “Alba” continua a tenere banco a Vasto e in tutto il comprensorio. A differenza delle precedenti operazioni questa volta non si può parlare di organizzazione piramidale nè di una pianta con profonde radici. I carabinieri la paragonano piuttosto ad un nuovo germoglio.

Sia M.L.G. che G.G. hanno precedenti condanne per spaccio. «Questa volta però il mio cliente non c’entra niente», insiste l’avvocato Angela Pennetta. Il legale tenterà di ottenere per il suo assistito, M.L.G., almeno gli arresti domiciliari. Non è escluso che possa appellarsi al Riesame.

Davanti al silenzio degli investigatori è possibile a questo punto solo azzardare delle ipotesi. Un confronto fra gli indagati pare da escludere così come un faccia a faccia fra indagati e i personaggi annotati sul blocchetto. Forse sono imminenti nuove perquisizioni. Il muro di silenzio rivela infatti che le indagini sono tutt’altro che concluse. (p.c.)

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