E Ferrara verso il rimpasto «Ora basta mal di pancia»
La maggioranza si ricompatta, ma i due dissidenti non si vedono in conferenza Il primo cittadino: «Farò a tutti la stessa domanda: “Che vuoi fare da grande?”»
CHIETI. Il giorno dopo l’approvazione del bilancio, la maggioranza si ricompatta anche fisicamente intorno al sindaco Diego Ferrara. Nella conferenza stampa di ieri ci sono tutti i gruppi che lo sostengono, meno chi ha chiesto il rimpasto di giunta. Richiesta che il sindaco pare deciso ad accettare.
STOP alle POLEMICHE
La maggioranza rimasta sotto scacco fino all’approvazione del bilancio – se non fosse passato sarebbe partito l’iter per lo scioglimento del consiglio comunale – è riuscita così a trovare i voti necessari per dare il via libera a un bilancio che segna l’avvio del risanamento dell’ente, fissato al 2027, testimoniato dai primi buoni risultati della riscossione (6.700.000 euro per la Tari, al netto dell’ultima rata, e 6.176.000 euro per l’Imu per cui è stato riscosso solo il 50%). A breve ci sarà il tavolo politico che deciderà sul rimpasto. «Ora basta mal di pancia», tuona Ferrara, «riunirò la maggioranza e farò a tutti i suoi rappresentanti la classica domanda: che vuoi fare da grande?».
LA MAGGIORANZA
La foto del tavolo della conferenza stampa è emblematica: il sindaco è seduto al centro, al suo fianco da una parte c’è l’assessore al bilancio Tiziana Della Penna, dall’altra il presidente del consiglio comunale Luigi Febo, l’unico a prendere parte agli incontri ristretti nel corso del consiglio comunale di mercoledì insieme ai consiglieri dissidenti Filippo Di Giovanni, capogruppo Pd, e Vincenzo Ginefra, capogruppo della civica Chieti c’è. Intorno al tavolo ci sono gli assessori del Pd, Stefano Rispoli e Chiara Zappalorto, l’assessore M5s Fabio Stella, e gli altri assessori tecnici e di liste civiche Teresa Giammarino, Massimo Cassarino e Alberta Giannini.
SPINE NEL FIANCO
Il gruppo civico è rappresentato dal vicesindaco Paolo De Cesare, dall’assessore Manuel Pantalone e dal consigliere Valerio Giannini. Ci sono anche i consiglieri Paride Paci (Pd), Silvio Di Primio (Liberi a sinistra), Aldo Mario Grifone (La sinistra con Diego), Barbara Di Roberto (Azione) ed Edoardo Raimondi (Alleanza Verdi e Sinistra) arrivato con il suo segretario cittadino Luciano Monaco, come a ribadire il sostegno di questa compagine politica a Ferrara, nonostante i tanti distinguo sul piano amministrativo. Insomma: c’erano tutte le forze più rappresentative della maggioranza, meno chi l’ha tenuta sotto scacco fino all’approvazione del bilancio: le due spine nel fianco Di Giovanni e Ginefra.
IL RIMPASTO
Il sindaco non ha voluto parlare di rimpasto di giunta. Ha preferito parlare della necessità di convocare un tavolo politico per ascoltare le esigenze della sua coalizione. L’obiettivo per lui è non doversi più trovare di fronte a una coalizione che, arrivata al momento del voto, rischia puntualmente di volatilizzarsi. «Ci aspetta un anno e mezzo di duro lavoro», sottolinea, «occorrerà avere a disposizione una squadra forte e compatta. Avrò necessità di una maggioranza coesa, non voglio più vivere questa ultima parte di consiliatura tra fibrillazioni e mal di pancia continui». Il rimpasto dovrebbe esserci tra due settimane, potrebbe prendere in considerazione anche il ruolo della presidenza del consiglio comunale. La richiesta è arrivata dal capogruppo del Pd Di Giovanni, che ha precisato di non volere per sé un ruolo da assessore. Per lui le difficoltà politiche dell’ultimo periodo sono figlie di una serie di mutati equilibri in consiglio comunale, per garantire quella stabilità che il sindaco cerca «siamo stati indotti a chiedere a Ferrara, anche con toni piuttosto accesi», sono le parole di Di Giovanni, «una rivisitazione di alcuni equilibri».
IL TAVOLO POLITICO
La richiesta di un tavolo politico arriva da più parti della maggioranza. Avs, ha ricordato il segretario cittadino Monaco, lo sta chiedendo da quest’estate. Raimondi lancia le priorità di Avs: «Risolvere il problema della riscossione, delle tempistiche di costruzione dei bilanci per poter assumere personale capace di riorganizzare gli uffici e salvaguardare i lavoratori, riorganizzare le società partecipate oggi esistenti, ponendo massima attenzione a quanto oggi ci dice il ministero”. Liberi a sinistra ricorda, invece, come l’anno scorso furono loro a chiedere l’azzeramento della giunta: «Il nostro invito cadde nel vuoto osteggiato da tutta la maggioranza e noi decidemmo di non essere più rappresentati in giunta e di assumere una posizione di appoggio esterno. Ora ci fa piacere constatare che tutta la maggioranza sia tornata sui suoi passi, ma ciò che non tollereremo è un semplice rimescolamento per soddisfare appetiti personali mai sopiti”. E qui gli scenari che si aprono sono tanti.
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