Edilizia ko, in un anno mille posti in fumo

8 Maggio 2014

Allarme della Filca-Cisl: nel 2013 settore in caduta libera, alla Cassa il 15 per cento di iscritti in meno

CHIETI. Un calo ulteriore, nel 2013, del 15% del numero degli iscritti alle Casse Edili mentre sono 400 i lavoratori espulsi nel settore dei manufatti. Sono i dati impietosi del comparto edile della provincia di Chieti. Dove, in appena due anni, sono stati persi oltre 2 mila posti di lavoro. Il 2014, peraltro, porterà in dote numeri addirittura peggiori. L’allarme rosso viene lanciato da Gianfranco Reale, segretario provinciale della Filca Cisl, alla vigilia dell’assemblea provinciale del comparto che si terrà domani sera nei locali del ristorante Amadeus, a Brecciarola, alla presenza di oltre 150 delegati del sindacato delle costruzioni. Un’occasione buona per fare il punto su una situazione quasi drammatica per l’edilizia teatina. Stretta nella morsa della perdurante crisi di un settore ormai in ginocchio. Emblematici, in tal senso, i dati resi noti dal segretario della Filca Cisl. «La crisi nera del settore edile continua. Imprese che non pagano i dipendenti, committenti che non pagano le imprese, la mancanza di credito da parte delle banche e le amministrazioni pubbliche che pagano con tempi biblici in nome del patto di stabilità. Non a caso» spiega Reale «i dati delle Casse Edili, riferiti al primo trimestre 2014, sono quanto di peggio si possa immaginare ed evidenziano, di fatto, un’emorragia del settore edile che sembra inarrestabile». Questo perché, nell’anno in corso, termineranno tutti gli ammortizzatori sociali e si assisterà ad un aumento della disoccupazione senza indennità dei lavoratori dell’edilizia. Che deve fronteggiare una fase di stagnazione senza precedenti. Nel 2013 sono scesi del 15% gli iscritti alle Casse edili. In compenso sono aumentate le iscrizioni di partite Iva alla Camera di commercio segno, a detta della Filca Cisl, di come il mercato dell’edilizia stia perdendo progressivamente le regole. Ma non è tutto perduto. «Per uscire dalla crisi» ammonisce Reale, «servono investimenti pubblici sulle infrastrutture mentre gli enti locali devono avere il coraggio di superare le rigide imposizioni del patto di stabilità per sostenere l’economia locale». (j.o.)

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