Estorsione, imprenditore assolto

28 Giugno 2013

Denunciato da un artigiano di Farindola, le accuse si sono rivelate infondate

CHIETI. Era stato accusato di estorsione da un artigiano del ferro di Farindola C.G., rinviato a giudizio nel 2011 Francesco Caccavale, imprenditore di Chieti è stato assolto dal giudice monocratico di Chieti con formula piena «perché il fatto non sussiste».

L’artigiano di Farindola aveva accusato Caccavale di avergli estorto cospicue somme di denaro tutte le volte che gli commissiova alcuni lavori. G. I fatti che sono stati trattati due giorni fa in udienza risalgono al 2004, ma G. C. ha sostenuto di non averlo denunciato prima per non subire ritorsioni.

In realtà l'artigiano, il quale aveva dovuto chiudere l'attività per i debiti che non riusciva più a controllare, aveva denunciato oltre a Caccavale anche altre persone, di cui uno titolare di un'impresa di Guardiagrele.

La Procura aveva deciso di esercitare l'azione penale soltanto nei confronti dell'imprenditore chietino, perché l'accusa mossa dall'artigiano di Farindola sembrava provata da un assegno di € 3.500,00 che era stato incassato da Caccavale.

Nel corso dell'approfondita istruttoria dibattimentale davanti al Tribunale penale monocratico di Chieti, Giancarlo Caccavale ha potuto finalmente dimostrare la propria innocenza.

Le prove documentali acquisite ed i testimoni ascoltati hanno consentito di accertare che l'assegno emesso da G. C. in favore di Caccavale era in realtà un favore, essendosi l'imprenditore prestato a cambiarlo esaudendo una specifica richiesta dell'artigiano che in quel momento aveva problemi di liquidità.

In merito alle altre somme che l'imprenditore avrebbe estorto al piccolo artigiano, l'istruttoria non ha fornito alcun riscontro obiettivo, essendo invece emerso che le accuse, contenute nella denuncia di G. C. anche contro le altre persone che non erano state rinviate a giudizio, non erano veritiere.

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