Ex Burgo, parte la fase dei finanziamenti

10 Gennaio 2011

Centro In.Te. Il consorzio di imprese appena costituito può fare accordi con le banche

CHIETI. La costituzione del consorzio di 18 imprese (che dovrebbe allargarsi ad altre aziende) per la realizzazione del progeto In.Te (innovazione tecnologica) nell'area della ex Burgo, per i sindacati costituisce più che una speranza.

L'atto che è stato firmato mercoledì scorso nello studio dell'ingegner Domenico Merlino, il progettista di questi nuovi insediamenti che ridarebbero vigore al comparto industriale di via Piaggio, allo scalo, hanno dato vita «a un soggetto giuridico», dice Lucio Petrongolo della Fistel-Cisl, «ora in grado di stipulare una accordo con una banca o con più istituti di credito per la realizzazione del secondo step del progetto, di acquisto dell'area della Burgo e creazione di strutture e infrastrutture per la concreta fattibilità della nuova realtà industriale». Che ricollocherebbe non solo i 163 ex lavoratori della ex cartiera ma crerebbe nuovo lavoro per 670 disoccupati.

Il rappresentante sindacale, che insieme agli altri confederali sta lavorando, anche con l'interessamento delle federazioni nazionali, compatte in questa battaglia di riconversione dell'area, a questo punto, si dice «ottimista» dopo un lungo periodo di incertezze sulla reindustrializzazione dell'area», osserva Petrongolo, «che non riguarda la ex cartiera e altre realtà produttive vicine».

Ma, a parte l'investimento delle 13 aziende che hanno firmato l'atto di costituzione del consorzio, c'è una novità, della quale le imprese sono state naturalmente informate. Fino a poco tempo fa il ministero dell'economia aveva bloccato i finanziamenti pubblici ma, di fronte alla crisi produttiva, ha recentemente firmato un decreto con il quale si foraggia con qualche soldo in più la riconversione delle aree industriali dismesse. Consorzio e decreto dunque rappresentano i presupposti necessari e che ora rendono più «facile» la richiesta da parte della proprietà della cassa integrazione in deroga per gli ex lavoratori della Burgo che altrimenti passerebbero in mobilità dal 4 aprile. Un pericolo molto vicino che si cerca di scongiurare.

«La cassa integrazione in deroga», spiega Lucio Petrongolo, «in questo periodo di crisi viene richiesta da diverse realtà come per esempio la Golden Lady, ma per la ex Burgo comunque stiamo lavorando in sinergia con le parti e gli enti a cominciare dall'amministrazione comunale per finire con le federazioni nazionali di Cgil-Cisl e Uil che hanno scritto lettere alla proprietà per sollecitare la richiesta alla Regione della cassa integrazione in deroga».

Peraltro in questa settimana appena cominciata è previsto anche un incontro che potrebbe dare ulteriori certezze a una realtà che costituirebbe linfa vitale non solo per i lavoratori della ex Burgo ma per molti giovani disoccupati. Il consorzio di imprese darà maggiori rassicurazioni proprio alla Burgo che, a questo punto, potrà motivare alla Regione la richiesta di un'ulteriore proroga della cassa integrazione in deroga per i 163 dipendenti della vecchia cartiera. Un supporto economico vitale per i lavoratori che scade il 4 aprile 2011.

Sono diciotto le aziende che hanno unito forze e intenti nel consorzio "In.Te Chieti". Altre tre hanno dato una disponibilità di massima pronta ad essere concretizzata nei prossimi mesi. La nascita del consorzio di imprese è stata formalizzata negli uffici dell'ingegner Domenico Merlino, coordinatore del progetto In.Te. Al tavolo tecnico si sono seduti i rappresentanti delle aziende, per lo più del territorio, e Antonio Viola, assessore alle attività produttive del Comune.

L'amministrazione comunale ha spinto molto per rivedere il progetto In.Te e rilanciarlo intorno alle aziende realmente interessate ad investire in via Piaggio. Che ora sono uscite allo scoperto. «E' stato compiuto un importante passo», spiega Merlino, «per dare luce al progetto In.Te in cui tutti noi abbiamo sempre creduto. Adesso disponiamo di un soggetto giuridico in grado di interloquire con gli enti e il ministero». Non è stata persa la speranza, infatti, di chiedere finanziamenti allo Stato. «C'è un decreto ministeriale che stanzia soldi a fondo perduto per la realizzazione di nuove industrie. Attraverso il consorzio di rete», anticipa Merlino, «inoltreremo una richiesta al ministero per accedere a questi particolari finanziamenti che accelererebbero di molto la nascita di aziende sul sito dell'ex Burgo».

Tirano un sospiro di sollievo, in attesa di riscontri ufficiali, i lavoratori della vecchia cartiera che convivono da tempo con lo spettro della mobilità. Baratro in cui cadrebbero tutti qualora non venisse prorogata la cassa integrazione in deroga. I primi passi mossi dal progetto In.Te, che adesso non sembra più una chimera, darebbero alla Burgo quelle certezze burocratiche necessarie per formalizzare alla Regione la richiesta di proroga della cassa integrazione in deroga per i lavoratori. Al momento la vera priorità per i sindacati confederali e per la rsu Burgo. Dopo la costituzione del consorzio di rete "In.Te Chieti" è stato nominato un comitato di gestione che a breve si riunirà per formalizzare le prime iniziative da intraprendere. In attesa che vengano affidati incarichi ufficiali in seno al consorzio è stato nominato Remo Volpe, titolare della ditta Elettrosistemi srl di Chieti scalo, quale rappresentante di "In.Te Chieti."

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