Ex direttore dell'Arta condannato per l'uso improprio dell'auto blu

26 Luglio 2017

Dopo la condanna penale in primo grado (prescritta in appello) arriva quella contabile: Basti dovrà risarcire 2mila euro all'Agenzia per l'ambiente per l'utilizzo dell'auto di servizio

ORTONA. Gaetano Basti, 69 anni di Roma ma residente a Ortona (Chieti), ex direttore generale dell’Arta e direttore editoriale della casa editrice Menabò, dovrà risarcire l’Agenzia regionale per la quale ha lavorato con 2 mila euro per l’indebito uso dell’autovettura di servizio da settembre 2005 a giugno 2006. Lo ha deciso la Corte dei Conti accogliendo la richiesta dell’accusa che però aveva chiesto 3.108 euro. Sull’utilizzo della vettura di servizio negli anni scorsi si è svolto anche il processo penale in cui è stato contestato all’ex direttore di aver utilizzato «in più occasioni» e «indebitamente» l’Alfa Romeo 156 per andare dall’ufficio di Pescara a casa sua, ad Ortona.

Peculato, condannato ex direttore dell’Arta

A maggio 2013 Basti è stato condannato a 3 anni ed otto mesi di reclusione con interdizione dai pubblici uffici in perpetuo. E’ stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e del danno provocato all’Arta, costituitasi parte civile. La Corte d’Appello ad aprile 2015 ha dichiarato il reato prescritto e lo ha condannato alla rifusione delle spese di patrocinio (1.500 euro). Quindi il caso è approdato anche alla Corte dei Conti per valutare la sussistenza di un danno erariale e secondo i giudici le carte processuali «depongono sicuramente per la colpevolezza dell’imputato» e ritengono che il reato «sia stato sufficientemente provato» nel corso del processo quando è stato ricostruito che l’auto era stata assegnata per gli usi istituzionali della direzione generale dell’Arta. Non si trattava pertanto di una vettura in uso esclusivo del dirigente, bensì di una vettura di servizio assegnata per gli usi istituzionali e potenzialmente utilizzabile anche da altre persone. L'autista dell’Arta ha confermato in dibattimento la circostanza che l'auto di servizio tornava a Ortona «quasi tutti i giorni» e che Basti adoperava l'auto anche in assenza dell’autista, veicolo che rimaneva ad Ortona anche il sabato e la domenica. Secondo la Finanza il danno causato alle casse pubbliche dell’Arta ammonterebbe a 2.108 euro calcolando 34 missioni accertate con un costo giornaliero di 62 euro (10 euro per carburante, 12 euro canone leasing e 40 euro emolumenti autista). L’Arta ha contestato quella cifra e ha evidenziato che l’utilizzo della vettura da parte di Basti, quasi o del tutto in via esclusiva, avrebbe determinato anche una ridotta fruizione dell’automobile per altri fini istituzionali da parte degli uffici della Direzione Generale, oltre che l’utilizzo di una parte della spesa mensile del canone di noleggio stipulato attraverso Consip con la Arval. Da qui la richiesta di aggiungere almeno altri mille euro. Secondo il giudice, però, la quantificazione giusta è quella della Finanza.