CHIETI

Fa spacciare il figlio di 11 anni, il giudice dice no all’arresto

29 Gennaio 2025

I motivi della decisione: «Il reato è sufficientemente provato, ma il genitore si è mostrato molto pentito e preoccupato Dai fatti è passato un lasso di tempo apprezzabile e non ci sono elementi che dimostrino una pericolosità attuale»

CHIETI. Il giudice Andrea Di Berardino dice no all’arresto di un teatino che faceva spacciare il figlio di 11 anni. È stata dunque rigettata la richiesta di misure cautelari presentata dal pubblico ministero Giuseppe Falasca, che aveva sollecitato il carcere per il genitore, un 34enne già in passato finito nei guai per droga, e i domiciliari per i suoi tre complici, un 36enne di Chieti, un 22enne di Penne e un 44enne di Montesilvano, anche loro ben conosciuti alle cronache giudiziarie.

GRAVI INDIZI

Le indagini dei poliziotti della squadra mobile teatina hanno svelato, tra settembre e dicembre 2023, un giro di cocaina e hashish anche con il coinvolgimento di tre minorenni su iniziativa del principale indagato, che – per consegnare le dosi – ha impiegato non solo il figlio, ma anche il figliastro sedicenne e una ragazzina di un anno più grande. Scrive il giudice: «Non si dubita, allo stato, della gravità indiziaria, poiché il variegato materiale probatorio è talmente dimostrativo del coinvolgimento nell’attività di spaccio da non ammettere alcuna lettura alternativa (comunque non fornita, giacché tutti gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel merito)».

«RECISI I LEGAMI CRIMINALI»

Al tempo stesso, però, sempre secondo il giudice, i quattro – difesi dagli avvocati Stefano Azzariti, Manuel Sciolè e Francesco Bitritto – «hanno depositato documenti tesi a dimostrare, come dichiarato in sede di interrogatorio preventivo, la recisione dei legami con l’ambiente criminale nel quale sono maturare le condotte e il loro attuale inserimento lavorativo».

In particolare, il 34enne «si è mostrato molto pentito e …

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