Famiglie in crisi, crescono i divorzi

23 Marzo 2010

Negli ultimi due anni impennata del numero delle separazioni

LANCIANO. La formula “finchè morti non vi separi” non funziona più. Sono in aumento le coppie frentane che si separano o divorziano e sempre di più quelle che, negli ultimi due anni, si dividono dopo aver trovato un accordo. In tempi di crisi, infatti, bisogna tirare la cinghia e lo si fa anche se si mette fine ad un matrimonio che, secondo una stima del “Sole24 ore”, può costare fino a 8mila euro e anni di lotte nelle aule dei tribunali. Poche, nell’arcidiocesi di Lanciano-Ortona, le coppie che si rivolgono al tribunale ecclesiastico.

Sono state 12 le cause avviate lo scorso anno per annullare i matrimoni. I romantici devono rassegnarsi: sono sempre meno i matrimoni che durano tutta la vita. Negli ultimi anni crescono separazioni e divorzi, che arrivano soprattutto dopo il settimo anno. Non solo: negli ultimi due anni, quelli caratterizzati dalla crisi economica, sono aumentate le separazioni consensuali e i divorzi congiunti. Oggi ci si lascia di comune accordo. E sono i dati del tribunale di Lanciano che misurano i sentimenti infranti nell’area frentana e sangrina, a rilevare che tra il 2008 e il 2009 su 148 sepazioni oltre la metà sono consensuali.

«Conviene alle coppie trovare un punto di accordo», spiegano dal tribunale, «per evitare lunghe e costose cause e per cercare di danneggiare il meno possibile i figli, se ci sono».

Una ricerca condotta dal Sole 24 ore, ha infatti calcolato che si spendono non meno di 8 mila euro per andare in tribunale, senza contare poi i soldi che si spendono per pagare due affitti, doppie bollette; mantenere di fatto due famiglie. Una cifra enorme, soprattutto in questo periodo di crisi. Di conseguenza anche per mettere fine ad un matrimonio, si cerca un accordo. Ma, le difficoltà economiche, spesso sono all’origine delle separazioni.

«La mancanza di lavoro, i problemi economici», sostiene l’arcivescovo di Lanciano-Ortona, Carlo Ghidelli, «possono mettere in crisi le famiglie. Creano tensioni nella coppia, accentuano problemi anche minimi che alla fine diventano insormontabili, anche perché le coppie non riescono a comunicare».

Ma, dietro una famiglia che si spezza, c’è molto di più di una crisi economica. «Molti non conoscono il valore del sacramento del matrimonio», sostiene Ghidelli. «Il matrimonio cattolico diventa sempre più un’abitudine e sempre meno una testimonianza cristiana. Lo si esige senza che si conoscano le due condizioni che ne sono alla base: l’indissolubilità dell’unione e la non esclusione della prole nella vita familiare. Oggi, inoltre, è più facile separarsi se le cose non vanno bene».

A volte si vaga per anni nelle aule dei tribunali come dimostrano le oltre cento separazioni e gli 80 divorzi finiti in città di fronte ad un giudice. Ma c’è anche chi si rivolge al tribunale ecclesiastico per annullare l’unione. Poche coppie in realtà, 12 nella diocesi frentana nel 2009, comunque il doppio del 2008, quando le cause avviate furono sei.

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