Filippone, rifiuti e soste selvagge

I residenti denunciano l’incuria e i disagi vissuti nel quartiere più popoloso

CHIETI. Rifiuti, erbacce, buche nell’asfalto, parcheggi selvaggi. E una serie di disagi che si ripercuote sulla tranquillità di chi ci vive. È lo scenario con cui convivono ogni giorno i residenti di Filippone, popoloso rione teatino poco distante dal centro della città.

«Da mesi chiamo la Mantini e gli uffici preposti del Comune per segnalare i problemi del quartiere», tuona Nicola De Matteis, che qui vive da più di 30 anni, «ma nessuno fa niente».

È via San Camillo de Lellis, il cuore di Filippone, la strada più vessata dalle difficoltà. A pochi passi dalla farmacia comunale sorgono la chiesa, i bar, vari negozi ed il traffico quotidiano è intenso. Le strisce pedonali sono state dipinte di recente, ma a terra non c’è altra segnaletica orizzontale che delimiti gli spazi concessi al parcheggio. Così, su una strada non troppo larga, le auto in sosta affollano tutti i lati. Con buona pace degli autisti dei bus urbani, costretti a fermarsi in mezzo alla strada per far scendere e salire i passeggeri, bloccando il traffico in entrambi i sensi di marcia. Non va meglio ad automobilisti e centauri, che mettono ogni giorno a dura prova le sospensioni a causa delle buche nell’asfalto. Senza contare le difficoltà per i pedoni, costretti a camminare in mezzo alla strada a causa dell’erba troppo alta che non viene sfoltita da tempo.

«Non c’è posto per parcheggiare», si sfoga De Matteis, «e noi residenti siamo spesso multati. Ma quando siamo noi a chiamare i vigili, non sempre arrivano».

Racconta di aver segnalato spesso immondizia gettata a terra lungo via Leonida e Marcello Mucci, ma senza che nessuno intervenisse. In effetti, nella angoli delle strade giacciono rifiuti che paiono abbandonati da tempo. Qualcuno si serve dei cassonetti condominiali riservati alla raccolta differenziata: peccato però che mescoli organico, carta e plastica senza rispettare le disposizioni comunali. Il tour prosgue in via Nicola Cavorso, dove ai problemi del resto del quartiere si aggiungono quelli delle palazzine Ater (Azienda territoriale edilizia residenziale). Le facciate di alcuni edifici appaiono molto rovinate, segno che la manutenzione manca da tempo. Non va meglio nei giardini condominiali, molti abbandonati e invasi da erbacce e piante secche. Alcune recinzioni sono state sistemate da poco, ma altre sono danneggiate e arrugginite, diventando un pericolo reale soprattutto per i bambini che giocano sotto casa. Da via Cavorso parte una scalinata che arriva fino alla scuola elementare Sant’Andrea di via Brigata Majella. Anche qui la ruggine delle inferriate e l’erba alta rendono poco sicuro per i più piccoli persino il percorso da casa a scuola.

Francesca Rapposelli

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