Frustate per fare penitenza A giudizio don Andrè
L’ex parroco di Sant’Agostino deve rispondere di lesioni, ingiurie e minacce Cadono le accuse di atti sessuali, stalking e calunnia. La Curia non si presenta
LANCIANO. Don André Facchini, ex parroco di Sant’Agostino, è stato rinviato a giudizio. Il gup Marina Valente ha accolto la richiesta del pm titolare dell’indagine, Rosaria Vecchi, nell’udienza di ieri. Il sacerdote, da tempo tornato in Brasile, andrà a processo il 19 maggio prossimo per violenza privata aggravata, lesioni personali, violazione di domicilio, ingiurie, minacce e molestie telefoniche. Reati che avrebbe commesso ai danni di alcuni giovani che frequentavano la parrocchia e la congregazione da lui fondata, la Legio Sacrorum Cordium, e in particolare ai danni della famiglia di un ragazzo per il quale l’ex parroco nutriva morbose attenzioni. La Curia, chiamata in causa come responsabile civile, non si è costituita nel processo.
La Curia. Erano state le parti civili - il giovane perseguitato da don Andrè, S.R., e sua madre - lo scorso giugno a chiamare in causa la Curia frentana, che secondo loro dovrebbe rispondere degli eventuali danni subiti in caso di condanna del sacerdote. L’udienza era stata quindi aggiornata a ieri per notificare il decreto di citazione all’arcivescovo Emidio Cipollone. Ma nessuno della Curia ha partecipato all’udienza, anche se la costituzione del responsabile civile può avvenire fino alla fase introduttiva del dibattimento, il 19 maggio 2015. Le parti offese sono 12, di cui due hanno chiesto il risarcimento danni di 20mila e 10mila euro.
Le accuse. Sono quattro i capi d’imputazione contestati dalla Procura - rappresentata in aula dal pm Anna Benigni - a don Andrè. L’ex parroco avrebbe plagiato e soggiogato gli appartenenti alla Legio Sacrorum Cordium «facendo loro credere di avere un filo diretto con la Madonna e gli angeli custodi che tramite lui inviavano disposizioni su come gestire il loro vivere quotidiano, la loro vita di relazione, lavorativa e sentimentale» e «minacciandoli di allontanamento e punizioni in caso di disobbedienza agli ordini impartiti». Gli associati sarebbero stati costretti, durante i riti religiosi, «a penitenze di tipo corporale tra cui strisciare sulle ginocchia sul pavimento della chiesa, fare il segno di croce sul pavimento con la lingua». La Procura menziona anche un episodio di «flagellazione» quando, usando un rosario a grani grossi, a quattro ragazzi sarebbero state inferte «tre frustate sulla schiena per ogni anima da salvare». Con queste condotte don Andrè avrebbe cagionato ad almeno quattro giovani lesioni personali, tra disturbi depressivi, crisi ansiose e attacchi di panico, per i quali hanno dovuto ricorrere a cure psichiatriche. I presunti reati di violazione di domicilio, ingiurie, minaccia e molestie telefoniche sono stati commessi a S.R. e alla sua famiglia.
Le parti civili. «Né la Procura né il gup hanno ritenuto di procedere per calunnia, violenza sessuale e stalking», si rammaricano gli avvocati Antonella Troiano e Domenico Cianfronte che rappresentano le parti civili, «questi erano i reati per cui procedere. Ma non sono stati tenuti in conto». Per procedere sulla presunta violenza sessuale commessa all’estero, l’indagato avrebbe dovuto trovarsi in Italia. «Avevamo chiesto alla Procura di non far partire il sacerdote», sostengono gli avvocati. Ma Facchini da tempo è in Brasile.
Stefania Sorge
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