«Geriatria, blocco incomprensibile»

16 Giugno 2010

I sindacati dei pensionati contro la scelta della Asl di chiudere il reparto

CHIETI. La chiusura estiva del reparto di geriatria nell'ospedale di Colle dell'Ara continua a registrare dissensi in città. Scendono in campo Cittadinanziattiva, i sindacati pensionati di Cgil e Cisl e il consigliere comunale dell'Idv, Bassam El Zohbi. L'assistenza agli anziani, delocalizzata in presidi ospedalieri fuori del capoluogo teatino, avrebbe un contraccolpo pesante sulle famiglie.

Lo Spi-Cgil locale ne parlerà al congresso organizzato dalla propria sigla sindacale sulla situazione della sanità regionale venerdì a Pescara.  «Avremo ospite anche Celina Cesari, rappresentante nazionale di settore», osserva Gianna Paola Di Virgilio, segretaria provinciale dello Spi-Cgil, «le rappresenterò questa situazione, perché se ne faccia portavoce oltre i confini regionali. Non è possibile andare avanti così, con una politica governativa dei tagli, che immancabilmente si riflette sulle scelte gestionali degli enti locali.

La sanità chietina è tra le più penalizzate e le conseguenze si sentono pesantemente sui più deboli. Già c'è una carenza di strutture assistenziali territoriali, se ci tolgono anche il reparto ospedaliero, dove andremo a curarci? Forse pensano che d'estate non ci si ammali? Non credo, viste le patologie che di solito interessano gli anziani». 

La Cisl pensionati parlerà del problema nell'incontro di questa mattina con l'assessore comunale alle politiche sociali, Emilia De Matteo.  «Siamo preoccupati», osserva Antonio Macculi, segretario provinciale di Fnp-Cisl, «il reparto di geriatria è di solito superaffollato, sintomo di una domanda che supera di molto l'offerta strutturale a diposizione. Non riusciamo davvero a comprendere la decisione della Asl».  

Aldo Cerulli
di Cittadinanzattiva è diretto. «I disagi sono intuibili», dice l'esponente regionale dell'associazione a tutela dei diritti dei cittadini, «molti anziani vivono in coppia e non hanno i figli vicini. Così uno dei due coniugi assiste l'altro quando è in ospedale».  «Come farà, con la calura estiva, a muoversi per andarlo ad accudire in ospedali fuori città. La Asl ha pensato, magari, a un servizio navetta per queste persone?» si chiede Cerulli.  Un interrogativo che è una provocazione, di fronte a un quadro dell'assistenza sanitaria sul territorio che lascia molto a desiderare.

Manca, infatti, una rete efficiente di assistenza domiciliare e un sistema distrettuale adeguato. Ieri è intervenuto sul Centro il vicesindaco Bruno Di Paolo ma il coro dei no della politica teatina è trasversale.  «La geriatria», osserva Bassam El Zohbi dell'Italia dei Valori, «è uno dei reparti più delicati della nostra città. Per questo va tenuto aperto. La popolazione anziana va aumentando, lo dicono diversi studi e ricerche, dunque non si può pensare a un dimensionamento dell'offerta proprio su questo versante.

Il disagio che ne deriva, agli anziani e alle loro famiglie, è molto pesante. Non c'è, infatti, una rete Adi, di assistenza domiciliare integrata, adeguata alle esigenze lamentate. Mancano strutture assistenziali intermedie sul territorio e ne sono una prova evidente le liste d'attesa con numeri da capogiro e l'aumento costante dei ricoveri ospedalieri».

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