I lavoratori di Villa Pini dal Papa
Delegazione guidata da don Sciascia all'udienza generale del 9 maggio
CHIETI. I lavoratori di Villa Pini all'udienza generale del mercoledì con Benedetto XVI. Il 9 maggio saranno in piazza San Pietro, insieme a tanti altri fedeli per ricevere la benedizione del Santo Padre. Una presenza che significherà portare sul piano nazionale il dramma di una vertenza, in attesa di un pronunciamento del Consiglio di Stato, che tiene in bilico 1.400 posti di lavoro e l'assistenza sanitaria erogata a migliaia di pazienti. Non è escluso che in questi giorni i dipendenti di Villa Pini chiedano l'intervento dell'arcivescovo Bruno Forte, da subito sensibile alla loro vicenda, per avere un contatto diretto con il Papa e essergli accanto nel rappresentare al pontefice la loro preoccupazione.
Per il momento, è certo che alla volta di Roma partirà una delegazione di circa cinquanta lavoratori che sarà guidata dal cappellano della clinica Villa Pini e vice parroco del Tricalle, don Andrea Sciascia. La notizia dell'ammissione all'udienza generale con Benedetto XVI è arrivata ieri. «L'incontro con il Santo Padre», commentano i rappresentanti del comitato dei lavoratori Villa Pini Resiste, «sarà per noi un momento di rinnovata speranza. Grazie alla vicinanza e alla solidarietà di sua Santità, potremo trovare la forza per continuare il nostro cammino di lotta. Siamo certi del fatto che saprà dare voce alla nostra preghiera e comprendere le grandi difficoltà che le nostre famiglie stanno soffrendo con tutti i pazienti che insieme a noi attendono una risoluzione del problema».
Un'occasione, quella romana, per sottolineare il forte risvolto umano di una vicenda che mette a rischio tanti posti di lavoro ma anche la tenuta dei livelli di assistenza sanitaria in Abruzzo. Tra la clinica Villa Pini e i centri di riabilitazione SanStefar, solo per fare due esempi della galassia ex Angelini, vengono erogati più di quattromila ricoveri ospedalieri all'anno, 150 mila prestazioni ambulatoriali e 250 mila trattamenti riabilitativi domiciliari e ambulatoriali. Numeri che i lavoratori hanno sottolineato già in una lettera consegnata il 30 marzo all'arcivescovo, chiedendogli di dare voce alla loro supplica per una risoluzione positiva della vertenza.
Monsignor Forte si è subito dimostrato molto sensibile e in occasione del precetto pasquale, celebrato in clinica con i lavoratori, ha detto: «Come Pastore vicino alle sofferenze del suo popolo faccio appello all'autorità giudiziaria, perché prevalga il senso di umanità e giustizia che non tolga ai lavoratori di Villa Pini la serenità raggiunta».
Un appello al senso di umanità, dunque, che ha voluto ribadire anche in occasione della tradizionale processione dei lavoratori, molto partecipata dai dipendenti di Villa Pini, ai quali è stata affidata la riflessione in una delle stazioni del rito. Ora resta l'attesa angosciosa dei lavoratori in vista della decisione definitiva del Consiglio di Stato che è chiamato a riformare o confermare le sentenze del Tar aquilano su Villa Pini e tutta la ex galassia privata di Angelini.
La prossima udienza è fissata per il 13 luglio, quando il presidente del collegio ha deciso di riunire tutti i ricorsi che riguardano i centri sanitari del gruppo, il cui accreditamento è stato impugnato dall'Aiop, associazione italiana di ospedalità privata, in forza dell'articolo 7 bis della legge regionale numero 32.
L'accreditamento ancora in bilico pesa, infine, sulla procedura fallimentare, gestita dalla curatrice Giuseppina Ivone, la quale deve preparare le procedure di vendita delle ultime due cliniche che restano ancora da liquidare. Si parla qui della Casa di cura Villa Pini, in affitto fino a settembre all'imprenditore della sanità Nicola Petruzzi e del centro riabilitativo Maristella.
Per il momento, è certo che alla volta di Roma partirà una delegazione di circa cinquanta lavoratori che sarà guidata dal cappellano della clinica Villa Pini e vice parroco del Tricalle, don Andrea Sciascia. La notizia dell'ammissione all'udienza generale con Benedetto XVI è arrivata ieri. «L'incontro con il Santo Padre», commentano i rappresentanti del comitato dei lavoratori Villa Pini Resiste, «sarà per noi un momento di rinnovata speranza. Grazie alla vicinanza e alla solidarietà di sua Santità, potremo trovare la forza per continuare il nostro cammino di lotta. Siamo certi del fatto che saprà dare voce alla nostra preghiera e comprendere le grandi difficoltà che le nostre famiglie stanno soffrendo con tutti i pazienti che insieme a noi attendono una risoluzione del problema».
Un'occasione, quella romana, per sottolineare il forte risvolto umano di una vicenda che mette a rischio tanti posti di lavoro ma anche la tenuta dei livelli di assistenza sanitaria in Abruzzo. Tra la clinica Villa Pini e i centri di riabilitazione SanStefar, solo per fare due esempi della galassia ex Angelini, vengono erogati più di quattromila ricoveri ospedalieri all'anno, 150 mila prestazioni ambulatoriali e 250 mila trattamenti riabilitativi domiciliari e ambulatoriali. Numeri che i lavoratori hanno sottolineato già in una lettera consegnata il 30 marzo all'arcivescovo, chiedendogli di dare voce alla loro supplica per una risoluzione positiva della vertenza.
Monsignor Forte si è subito dimostrato molto sensibile e in occasione del precetto pasquale, celebrato in clinica con i lavoratori, ha detto: «Come Pastore vicino alle sofferenze del suo popolo faccio appello all'autorità giudiziaria, perché prevalga il senso di umanità e giustizia che non tolga ai lavoratori di Villa Pini la serenità raggiunta».
Un appello al senso di umanità, dunque, che ha voluto ribadire anche in occasione della tradizionale processione dei lavoratori, molto partecipata dai dipendenti di Villa Pini, ai quali è stata affidata la riflessione in una delle stazioni del rito. Ora resta l'attesa angosciosa dei lavoratori in vista della decisione definitiva del Consiglio di Stato che è chiamato a riformare o confermare le sentenze del Tar aquilano su Villa Pini e tutta la ex galassia privata di Angelini.
La prossima udienza è fissata per il 13 luglio, quando il presidente del collegio ha deciso di riunire tutti i ricorsi che riguardano i centri sanitari del gruppo, il cui accreditamento è stato impugnato dall'Aiop, associazione italiana di ospedalità privata, in forza dell'articolo 7 bis della legge regionale numero 32.
L'accreditamento ancora in bilico pesa, infine, sulla procedura fallimentare, gestita dalla curatrice Giuseppina Ivone, la quale deve preparare le procedure di vendita delle ultime due cliniche che restano ancora da liquidare. Si parla qui della Casa di cura Villa Pini, in affitto fino a settembre all'imprenditore della sanità Nicola Petruzzi e del centro riabilitativo Maristella.
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