I Maio svelano il villaggio Virtus

Il nuovo stadio ecologico circondato da locali culturali e commerciali

LANCIANO. Multifunzionale, ecosostenibile ma soprattutto realizzabile: sono le caratteristiche del “Parco Virtus Lanciano”, il progetto del nuovo stadio cittadino che comprende strutture commerciali, ricettive e residenziali, presentato alla fiera “Ecomondo” di Rimini dalla famiglia Maio. Un progetto avveniristico, che rispetta l’ambiente senza dimenticare gli affari.

«Un progetto unico nel suo genere»: così l’ingegnere Antonio Di Nunzio dell’Alesa (Agenzia Locale per l’energia e lo sviluppo ambientale), che ha redatto il progetto assieme allo studio Figliola di Teramo, definisce il “Parco Virtus”: il progetto di stadio eco-sostenibile presentato a Rimini dalla famiglia Maio, proprietaria della società di calcio rossonera.
Vista l’estensione dell’area, circa 60 ettari, più che un parco quello presentato è un villaggio, una sorta di microcittà, autosufficiente dal punto di vista energetico, che si sviluppa nella zona di Sant’Onofrio, la parte che guarda alla Val di Sangro. «E’ l’area in cui la città si allungherà negli anni», afferma Guglielmo Maio, vicepresidente Virtus, «perfetta per costruire una struttura che unisce impianti sportivi, culturali e commerciali».

Un villaggio che ha il suo cuore nello stadio da 10mila posti, e che comprede campi da tennis e da calcetto, un centro benessere e medico, un centro commerciale, aree fieristiche e congressuali, e anche palazzi per case e uffici.
Un occhio all’ambiente e uno agli affari. «E’ un piano che coniuga le nostre attività e caratteristiche», aggiunge Maio che si occupa di servizi ecologici, «quelle imprenditoriali e quelle sportive, un disegno che non resterà sulla carta, un sogno, ma diventerà realtà con l’aiuto di altri partner». E i soci pronti ad investire su un villaggio, che costa oltre 200milioni di euro, già ci sarebbero.

Ma come può essere realizzato un impianto simile mentre in città sta per essere approvato il piano regolatore? Un disegno di legge bipartisan autorizza la realizzazione di complessi sportivi polifunzionali, destinati ad essere utilizzati anche per eventi sociali e culturali, in deroga agli strumenti urbanistici comunali. «Più che la multifunzionalità, è la sostenibilità la caratteristica principale del progetto» commenta Di Nunzio. «è’ un villaggio autosufficiente a livello energetico, con pannelli fotovoltaici e un impianto a biomasse per la produzione di energia e acqua calda. Prevede il riutilizzo delle acque refue per irrigare i campi e la raccolta differenziata di ogni materiale». E l’attuale stadio Biondi che fine farà? «Resta lì dov’è», assicura il sindaco Filippo Paolini. Nel frattempo al Biondi devono ancora essere montate le telecamere per la videosorveglianza.